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Sull'Himalaya in walls e scarpe da ginnastica PDF Stampa E-mail
Scritto da Andrea Lamberti   

"Non voglio mettermi fretta: questo è già un atteggiamento velenoso del XX secolo. Se vuoi fare qualcosa in fretta significa che non te ne importa più niente e vuoi passare a fare altro." Robert M. Pirsig.  E così il 4 marzo parte la Grande Avventura! Il primo passo da compiere è quello di raggiungere il piccolo villaggio punto di partenza del trekking. Arrivarci è già un'impresa ardua: anche se le guide parlan del Langtang come del trekking di più facile accesso da Kathmandu, per percorrere qualcosa come 140 km impieghiamo 10 ore.


 

Di mattina prestissimo, dopo aver lasciato il bagaglio in eccesso in hotel, andiamo all'autostazione e prendiamo il bus. La strada si arrampica su per le montagne e offre piacevoli scorci del Ganesh Himal. Quando il bus si ferma per la pausa pranzo a Trisuli Bazaar, siamo già stanchi, ma il bello ha ancora da venire: quando si riparte, infatti, il mezzo lascia la strada asfaltata e imbocca una strada sterrata larga quanto il bus stesso, cominciando ad arrampicarsi alla velocità di una lumaca zoppa Si va su, ancora più su, sempre più su...
Finalmente si arriva a Dhunche, l'agglomerato più grande della zona che funge anche da entrata del Parco Nazionale. Qui ci controllano i permessi e, dopo una lunga sosta in città, ripartiamo alla volta di Syabrubesi.
Ormai è fatta: il punto di non ritorno è arrivato... è da qui che inizierà il tutto!
Io mi presento al grande appuntamento con un equipaggiamento iper tecnolocizzato da far invidia a Messner: insomma, ricordo molto da vicino Fantozzi nella scena in cui va a giocare a tennis con Filini!
Il mio equipaggiamento, tra l'altro, comprende: doverose scarpe da ginnastica che sto indossando ormai da tempo immemore; una felpa "The North Face" acquistata in Thamel e palesemente tarocca; la mia ormai leggendaria Walls, particolarmente sbrindellata ma ancora di ottima utilità; un intero campionario di magliette e boxer bucati; un bastone di legno trovato per terra che fungerà da appoggio per le lunghe camminate; mappa della zona, con tanto di percorso segnato; un sacco a pelo preso a nolo e che credo abbia visto le ultime piume dell'imbottitura una decina di anni fa. L'unica cosa che mi ero portato da casa e che si rivelerà di una certa utilità, sarà la cuffietta di lana, per il resto meglio stendere un velo pietoso, soprattutto quando, lungo la strada, incrocerò gruppi di trekkers che han l'equipaggiamento talmente traboccante di Gore-tex e fibra di carbonio, che sembran debban scalare fin ad arrivare sulla Luna.
Gli unici acquisti veramente intelligenti (peraltro idee di Joyce... diamo a Cesare quel che è di Cesare...) si riveleranno le gocce per purificare l'acqua, che ci faranno risparmiare valanghe di Rupie (da queste parti tutto arriva con i portatori e i prezzi salgono alla follia... addirittura 90 Rupie per una bottiglia d'acqua minerale!) ma soprattutto quantità colossali di cioccolata, tra le quali spicca una barra formato famiglia di "Cote d'Or" costata un' occhio della testa, ma ideale per riprendersi dalle fatiche della giornata!
Ma va bene così!!! Del resto, si spera solo di sopravvivere!!
 

L'idea di base è quella di portare a compimento tutto il percorso del Langtang, fino a ricongiungersi con l'Helambu attraverso il percorso del Gosainkund: tempo stimato per portare a compimento l'impresa: 14 giorni, tempo metereologico permettendo!
La cosa di per sè è più facile da dirsi che da farsi: troppe le incognite...
I pochi gruppi che incontriamo han tutti portatori e guide e l'idea di perdersi in montagna non ci affascina particolarmente (addirittura è famosa la storia di un Australiano disperso sul Gosainkund e ritrovato vivo dopo 43 giorni!). Anche riguardo il clima, abbiamo qualche riserva, visto che poco prima di partire il tempo si era guastato un po' dappertutto...
Gli interrogativi son tanti: sarà facile seguire la pista? Riusciremo a raggiungere i vari obiettivi prefissati prima del calar della sera? A disposizione abbiamo una mappa e le nostre due guide: proviamo a metter insieme tutti i vari dati, ma alla fine non facciamo che confonderci ulteriormente... neanche sulle altitudini delle varie località riescon ad esser d'accordo!
C'è poi il problema dello zaino: col tempo ho imparato a viaggiare leggero, ma portarsi dietro abiti pesanti e un sacco a pelo e nel contempo scalare montagne, be'... è tutto da provare...
E pensiamo al fattore salute: come si comporteranno i nostri corpi in alta quota? Se si leggon le guide, sembra ci sian più chances di tornare vivi dall'Iraq che da un trekking in montagna.
Magari alcuni di questi, per trekkers scafati, posson sembrare interrogativi stupidi, ma credetemi: quando si va così in culo al mondo, dove ci si arriva solo dopo ore di cammino o tutt'al più a dorso di cavallo o di yak, be'... credo sia normale porsi qualche domanda!!
Ma allarmarsi a priori non serve a nulla, per cui è bene mettersi di buona lena e partire!!!

GIORNO 1: SYABRUBESI (1460 mt.) - LAMA HOTEL (2380 mt.)
L'inizio è fenomenale: ci svegliamo che siamo entrambi tesi e finiamo per litigare subito: è che io son lento come una lumaca nel prepararmi, lei veloce come un treno, ma poi scorda tutto...
Ci aggiungiamo che, alla ricerca del punto di partenza del sentiero, riusciamo a perderci pure in paese, e il quadretto è completo!! Chi ben comincia...
Si inizia subito con una serie di sali scendi che seguon il corso del fiume Trisuli, che ci accompagnerà per buona parte del trekking.
Dopo mezz'ora, già mi chiedo chi me lo stia facendo fare...
Dopo un'ora, invece, la domanda che mi pongo è cosa ci trovino gli altri di così bello nel trekking...
Dopo due ore, ho smesso di farmi domande... ho solo voglia di tornare indietro!!
Finalmente raggiungiamo Bamboo Lodge, che è la meta per la pappa: whow!! Allora non ci siamo persi! E siamo pure in anticipo sulla tabella di marcia!! Doppio Whow!! Ma allora stiamo andando bene!! E io che, nell'osservarmi la lingua penzoloni arrivata ad ormai altezza gambe, credevo il contrario!!
La soddisfazione comincia a salire e le montagne innevate, sempre in bella vista davanti a noi, non ci paion più poi così lontane!
Il pomeriggio si passa dall'altra parte del fiume e si continua a salire con una ascesa a tratti estenuante che ci porta fino a Lama Hotel, la nostra destinazione finale per questo primo giorno.
In totale siam saliti di più di 1000 mt e la fatica fatta è stata tanta, ma dopo una bella doccia tutto passa e si è già pronti per affrontare il II giorno!
Totale ore camminata: 6,30

GIORNO 2: LAMA HOTEL (2380 mt.) - LANGTANG (3430 mt.)
Questa è sicuramente la giornata che offre le soddisfazioni maggiori.
Siamo già in quota e i paesaggi variano: di mattina attraversiamo un bosco che sembra quello incantato descritto dalle fiabe, poi il percorso spiana, si arriva all'aperto e raggiungiamo Ghoratabela, a 3000 mt. di quota. Qui ci fermiamo per il pranzo. Il paesaggio è stupendo: siamo circondati su tutti i lati dalle montagne... si respira veramente aria di Himalaya!
Ci rimettiamo in cammino e attraversiamo la valle: passiamo qualche piccolo villaggio in stile tibetano fino ad arrivare a Langtang, la meta finale del giorno e dove ci aspetta il meritato riposo, dopo aver asceso più di 1000 mt. pure oggi. Tutto sta andando per il meglio, e le montagne vere son sempre più vicine!
Totale ore camminata: 6,00


GIORNO 3: LANGTANG (3430 mt.) - KYANJIN GOMPA (3850 mt.)
Ci svegliamo con calma: sappiamo che la meta finale del Circuito del Langtang non è lontana, ormai. Continuiamo a salire e quando arriviamo in prossimità della meta, incontriamo la prima neve sul nostro cammino. Seguire il percorso comunque non è un problema e così arriviamo a Kyanjin Gompa, un piccolo villaggio incastonato in mezzo alle montagne: la vetta del Langtang, con i suoi 7225 mt., ce l'abbiamo ad un passo.
La neve qui è dovunque, ma la cosa no ci sorprende: già a quota 2500 mt. i locali ci dicevan che solo una settimana fa c'era un metro di neve!
Anche in quota, son felice di constatare che il mio corpo risponde bene: nessun sintomo di rilievo se non una leggera apnea quando mi sveglio di notte: è solo questione di ossigeno, che qui è molto rarefatto e il corpo deve abituarcisi...
Totale ore camminata: 3,00


GIORNO 4: AROUND KYANJIN GOMPA (+4000 mt.)
Quella che doveva esser una giornata di relax, si rivela un'avventura massacrante. L'obiettivo era quello di salire verso il Kyanjin Ri, da dove poter ammirare i dintorni. Sbagliamo però subito direzione e perdiamo la pista. Proviamo ad andare avanti e Joyce addirittura mi convince a passare, in mezzo alla neve, uno strapiombo: le mie vertigini non apprezzano il gesto ma anche questa è fatta.
Da qui si può ammirare bene il Ghiacciaio del Langtang ma alla fine desistiamo dal proseguire quando capiamo che, andare avanti, tra sterpaglia, ruscelli e neve, è impresa titanica. Torniamo indietro dall'altro versante e quasi ci perdiamo. Alla fine, stremati, ritroviamo la strada e l'hotel. Ok, ora ci possiamo riposare: in ogni caso l'obiettivo dei 4000 mt. lo abbiamo raggiunto!!
Totale ore camminata: 4,15




GIORNO 5: KYANJIN GOMPA (3850 mt.) - LAMA HOTEL (2380 mt.)
Da Kyanjin Gompa, si comincia a tornare: il Circuito del Langtang è concluso! Ripercorriamo la stessa strada, in senso inverso, incrociando un sacco di gruppi di trekkers: mi sento quasi un veterano, a guardarli, anche se credo loro pensino a me più come ad uno straccione che ad altro...
La strada la conosciamo ma possiamo comunque ammirare i paesaggi da una visuale diversa. Arriviamo a Lama Hotel senza problemi: il mio corpo sta andando proprio alla grande... non sento neanche più il peso dello zaino... che mi stia trasformando in Yeti?!?
Totale ore camminata: 6,00

GIORNO 6: LAMA HOTEL (2380 mt.) - THULO SYABRU (2130 mt.)
La mattina è ancora discesa: si torna velocemente a Bamboo Lodge, e ancora più giù...
Ci fermiamo per il pranzo e raccogliamo informazioni: dobbiamo infatti lasciare il sentiero principale per raggiungere Thulo Syabru, da dove poi connetterci al Circuito del Gosainkund.
Riusciamo a trovare il bivio senza problemi e da qui iniziamo a scalare il monte: su, sempre più su e ancora più su. La cosa è massacrante e il vedere il villaggio sul versante di un'altra montagna, mi preoccupa un po'. Poi, quando ormai siam in cima, capisco che le mie paure eran fondate: ci tocca ridiscendere dall'altra parte, raggiungere un ponte sospeso che ci porta sull'altro monte, e tornare a risalire! Non si arriva mai!! Negli ultimi tratti, son così stremato che ogni 50 mt. mi tocca fermarmi a rifiatare!! Arriviamo a destinazione proprio poco prima che inizi una leggera pioggerellina: il perludio a quello che ci toccherà nei prossimi giorni...
Totale ore camminata: 5,00


GIORNO 7: THULO SYABRU (2130 mt.) - SING GOMPA (3250 mt.)
Le guide dicon di fare attenzione, qui, perchè il percorso può risultare a tratti confuso e infatti ci perdiamo in un paio di occasioni. Alla fine, comunque, troviamo la pista giusta: semplice, dobbiamo solo arrivare in cima alla montagna!! Le mie gambe, dopo la fatica del giorno precedente, fatican a girare e di certo una salita come questa non mi aiuta a trovare il ritmo... si sale sempre, punto e basta: non si arriva mai a scollinare!
Si entra in un bosco, ci si arrampica sempre di più e quando si comincia a intravedere la luce e si fa largo la speranza di esser arrivati alla sommità, si scopre che così non è: ci attende ancora una salita...
Dopo tre ore e mezza così, finalmente raggiungiamo il ciglio e i due ristorantini che fungon da punto di ristoro per la pausa pranzo. Siamo di nuovo sopra quota 3000 mt. e la meta finale del giorno non è lontana.
Ripartiamo, seguiamo il percorso e, qui, la neve la fa da padrona: il sentiero è un miscuglio di fanghiglia scivolosa. Questo tipo di terreno non è certo l'ideale per le mie scarpe da ginnastica e l'idea di finire nello strapiombo non mi aggrada parecchio...
Comunque arriviamo illesi anche questa volta...
Totale ore camminata: 4,30


GIORNO 8: SING GOMPA (3250 mt.) - LAUREBINAYAK (3900 mt.)
Strada facendo ci siam sempre fermati a scambiare quattro chiacchiere con gli altri trekkers, alla ricerca di info fresche sulle condizioni del percorso da affrontare. Siam così venuti a sapere che, raggiungere il Circuito dell'Helambu, è impossibile: Gosainkund, a 4380 mt. di altitudine, è sepolta dalla neve, i suoi famosi laghi pure e il Laurebina Pass, con i suoi 4610 mt., è chiuso. Poco male, comunque: strada facendo, valutando il nostro equipaggiamento e le condizioni climatiche, avevamo già deciso di desistere. Decidiamo comunque di arrivare fino a Laurebinayak, dove leggiamo sulle guide che si può godere di una vista da favola...
Ci mettiamo in moto e, quando a metà strada ci fermiamo a Cholangpati, il tempo peggiora bruscamente fino a mettersi a nevicare! Siam indecisi sul da farsi: il tempo, qui in montagna, cambia veramente con una rapidità che incute timore e non sappiamo se proseguire o tornare indietro.
Alla fine prevale la voglia di avventura e, quando smette di nevicare, ripartiamo: proviamo a raggiungere la meta, ormai non lontana.
Il tempo è pessimo e la pista sepolta dalla neve, comunque riusciamo a seguirla agevolmente e in un'ora di arrampicata raggiungiamo Laurebinayak, che scopriamo non esser altro che tre hotel buttati sul ciglio della montagna.
Facciamo giusto in tempo a trovare una sistemazione, che arriva una bufera di neve. L'hotel è una vecchia casa in legno ed entra neve da tutte le parti: speriamo solo che regga... per il resto ce ne stiamo rintanati attaccati alla stufa, sperando che il tempo migliori.
Totale ore camminata: 2,30


GIORNO 9: LAUREBINAYAK (3900 mt.) - SING GOMPA (3250 mt.)
Ci svegliamo che nevica forte. Siam veramente indecisi sul da farsi: vorremmo tornare indietro ma non sappiamo se, con tutta questa neve caduta, sia possibile seguire la pista oppure no. Prendiamo tempo, aspettiamo e nel frattempo vediamo arrivare i locali da Gosainkund: han chiuso gli hotel, tanto con tutta questa neve fin lì non arriva nessuno, così preferiscon tornarsene giù, al caldo...
Qui sembra veramente di esser sul tetto del mondo: un vento gelido e fortissimo spazza continuamente una spessa coltre di neve e a tratti la visibilità è così poca, che si riesce solo a vedere l'insegna del nostro hotel.
Alla fine prendiamo il coraggio a due mani e cominciamo la discesa: anche se la concentrazione è massima, tre o quattro capitomboli a testa non ce li leva nessuno. Il primo tratto è il peggiore: non sappiamo minimamente dove sia la pista e qualche volta mettiamo il piede in fallo ritrovandoci sepolti sotto la neve...
Poi cominciamo a scorgere le tracce di chi ci ha preceduti nella discesa e l'impresa si fa un po' più semplice.
Continua a nevicare fin quando arriviamo a Cholangpati, dove ci fermiamo per il pranzo. Il più è fatto, ora ci possiamo pure godere il paesaggio: sembra di guardare una fotografia in bianco e nero, con tutte le possibili sfumature di grigio... l'unico cenno di colore viene dallo zaino di Joyce, che mi precede nella discesa. Il silenzio è assoluto: l'unico rumore che si sente è il battito del cuore...
Arriviamo a destinazione!
Totale ore camminata: 2,00


GIORNO 10: SING GOMPA (3250 mt.) - DHUNCHE (2030 mt.)
Ultimo giorno di trekking.
Ci svegliamo che il tempo sta peggiorando di nuovo, dopo la breve schiarita del giorno prima. Addirittura, mentre facciam colazione, si mette a nevicare forte. Attendiamo seduti davanti alla stufa, nella speranza che la situazione migliori.
Per fortuna così avviene e verso le 11,00, smette di nevicare. Partiamo subito!
Da qui a Dhunche è una lunga, interminabile, discesa. Il primo tratto è completamente innevato: siamo i primi a scendere dopo la nevicata e così apriamo la pista. A parte uno scivolone tutto procede per il meglio e arriviamo presto ad un bosco dove ci becchiamo la neve che comincia a sciogliersi dalle fronde degli alberi e ci sgocciola addosso.


La discesa a tratti è veramente ripida e viene male a pensare a quanti debbon farla in senso inverso...
Continuiamo a scendere e, quando finisce la neve, il percorso diventa abbastanza monotono: sarà che ormai siamo animali da scalata?!?
Raggiungiamo la valle e passiamo per l'ultima volta dall'altra parte del fiume. Qui si ritorna a salire, ma giusto per una mezz'ora: raggiungiamo presto Dhunche e la civiltà. Quando mettiamo i piede sull'asfalto, il trekking è finito.
Totale ore camminata: 3,30


Vediamo le prime macchine e, al primo negozietto, ci fermiamo a fare acquisti: sembriamo due ragazzini! Joyce compra gomme da masticare, io ovviamente cioccolata!
Prendiamo alloggio... le montagne sembrano già lontane migliaia di anni luce, anche se siamo ancora a più di 2000 mt. di quota.
Non celiamo un po' di tristezza per la fine di questa favolosa avventura, comunque l'indomani ci svegliamo presto per prendere il bus che ci riporta a Kathmandu.
Le solite otto ore di bus, ma questa volta passano agevolmente: lungo il percorso abbiano infatti entrambi un sacco di cose a cui ripensare...
E' stata un'esperienza fenomenale, e il pensare che solo qualche mese fa ero nel deserto dell'Iran, mi fa capire che, con questo viaggio, sto veramente realizzando qualcosa di speciale...


Se poi volete leggere il resto delle mie avventure, le trovate all'indirizzo:
www.mytb.org/Lambo

 

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