Il 10 gennaio 2005 ero a Genova, in fila all'imbarco dei
traghetti per Tunisi, ero un po' emozionato perché la meta di quel viaggio
sarebbe stata la Libia, il giro era molto intrigante c'erano tanti chilometri da
fare, avremmo attraversato diverse zone del sud-est e sarebbe stata sicuramente
una bella prova sia per i mezzi che per noi. Paolo ed io avevamo organizzato
tutto da soli, era una bella prova anche sotto quest'aspetto, di quel paese
ormai conoscevamo tantissime cose ma molte solo per sentito dire o lette su vari
libri, ora era giunto finalmente il momento di andare a vedere di persona, ero
certo però, che sarebbe stato sicuramente un bellissimo viaggio da ricordare e
raccontare. Mai e poi mai avrei potuto immaginare che il 2 Novembre dello stesso
anno, soltanto dieci mesi più tardi, la cosa si sarebbe ripetuta più o meno con
le stesse modalità. Infatti già da un mesetto dopo il ritorno da quel viaggio,
evidentemente ormai definitivamente contagiati, con Paolo avevamo cominciato a
pensare di organizzare un altro giretto nel sud-est con lo scopo, questa volta,
di visitare il mitico Acacus.
Ci mettemmo subito in moto con l'entusiasmo che contraddistingue i momenti della
preparazione di un viaggio di questo tipo, alla fine, dopo varie peripezie sul
numero dei partecipanti, sulle date, il percorso, ecc., decidemmo che il gruppo
definitivo sarebbe stato formato solo da 4 Land Rover Defender (3 Td5 tra cui un
110 ed il mio 300 Tdi) ogni equipaggio sarebbe stato di 2 persone, mia moglie
non sarebbe potuta venire neanche questa volta, a causa dei suoi impegni di
lavoro, l'unica donna sarebbe stata quindi Rosalba, moglie di Paolo. Per cui
alla fine, saremmo stai 7 uomini ed una donna, mi venne subito l'associazione ai
sette nani e Biancaneve, di fatto, sarà un caso ma, con un po' di attenzione si
riesce sempre a collegare i caratteri e la peculiarità di ognuno a quelle dei
fantastici eroi Disneyani, c'è sempre uno che brontola, uno che ha sempre sonno,
uno che produce "arie" da qualche parte, uno che sa quasi tutto su tutto ecc, ed
anche noi ci trovammo immediatamente il proprio corrispondente "Nano". Per cui
il 2 Novembre alle ore 16:00 finalmente ci incontriamo tutti a Genova
all'imbarco di GNV.
Questi gli equipaggi:
Paolo e Rosalba - Defender 90 Td5 verde (Eolo e Biancaneve).
Marco e Riccardo - Defender 90 Td5 verde (Cucciolo e Brontolo).
Mario e Graziano - Defender 110 Td5 bianco (Dotto e Gongolo).
Il sottoscritto Mario - Defender 90 Tdi bianco (Pisolo e Mammolo).
3 Novembre 163 km Tunisi-Kairouane
Arriviamo a Tunisi alle 17:00 la traversata è stata tranquilla, il mare un olio,
sulla nave incontriamo Umbi ed il suo gruppo, avremmo dovuto fare il giro
insieme ma per diversi motivi alla fine non è stato possibile neanche questa
volta, comunque saremmo diventati, a mio avviso, anche troppi, rimango dell'idea
che per godersi un viaggio così non bisogna essere in più di 4/5 mezzi con al
massimo 8/10 persone altrimenti si innescano meccanismi organizzativi troppo
complicati e si rischia lo sgretolamento del gruppo con inevitabili contrattempi
e nervosismi a meno che non ci sia un vero capo.
Alle 19:00 siamo fuori dalla dogana e partiamo per Kairouane dove abbiamo
prenotato l'ottimo Hotel Casbha. Lungo l'autostrada passando sotto un cavalcavia
il 110 di Mario viene colpito da un sasso lanciato evidentemente da qualcuno che
guarda i nostri telegiornali, il vetro si scheggia ma non si rompe, sarebbe
potuta diventare una tragedia, il sasso infatti è rimbalzato due volte sul
cofano prima di colpire il vetro, proprio sul lato del guidatore. (vetro rotto).
Arriviamo a Kairouane alle 21:30 temperatura 20°C.
4 Novembre 351 km Kairouane-Zarzis
Mario ha provato a cercare un parabrezza nuovo ma è impossibile ovviamente, ha
comunque trovato un tizio che glia ha applicato un pezzo di pellicola
trasparente che terrà insieme il vetro evitando che la frattura cammini, dovrà
farsi tutto il viaggio così, non è il massimo ma si può fare e poi non ci sono
alternative. Partenza alle 10:40 temp. 31°C, fa caldo ma si sta bene, fatto il
pieno 45 lit, per 27 TD (il dinaro tunisino sta a 0,6 €, il gasolio costa
0,590TD al lit.). Direzione Zarzis, il solito albergo sul mare, dove arriviamo
alle 16:50, lungo la strada ci fermiamo a mangiare un pezzo di pecora alla brace
contornati da milioni di mosche e milioni di peperoncini rossi stesi ad
essiccare.
5 Novembre 632 km Zarzis-Ras Ajdir-Ghadames
Partenza ore 07:45, temp. 20°C, arriviamo a Ras Ajdir (frontiera) alle 09:00
sono solo 80 km. Anche stavolta siamo riusciti ad avere come accompagnatore
Hassan, lo stesso poliziotto dell'altra volta, il disbrigo delle pratiche
diventa sempre più veloce, nonostante il visto adesso si possa fare direttamente
alla frontiera, sarà merito di Hassan, non saprei, fatto sta che alle 10:18 (che
in Libia diventano le 11:18) dopo aver montato le targhe libiche e cambiato un
po' di soldi, siamo di nuovo in viaggio, facciamo tutti il pieno io ho messo 214
lit di gasolio con 30 DL il dinaro sta a 0,6€, come in Tunisia, un litro di
gasolio qui costa circa 0,8 cent di euro. Alle 13:30 la temp. è di 29°C, lunga
galoppata su asfalto, passiamo per Nalut, verso sera ci fermiamo a Darji dove
ceniamo e facciamo il pieno di acqua e gasolio per i prossimi giorni, ci
aspettano 3/4 giorni di totale isolamento, arriviamo a Ghadames alle 23:25,
nell'alberghetto dell'altra volta non c'è posto, ma ci fanno dormire in tenda ed
usare i bagni, Temp. 20°C, di notte in tenda ci sono 11°C, niente a che vedere
col freddo di Gennaio.
6 Novembre 86 km Ghadames- campo lungo la pista per Al Awaynat
Quelli che non sono mai stati a Ghadames non posso non andare a vedere la città
vecchia è uno spettacolo e merita proprio una visita accurata ed infatti alcuni
di noi vanno, noi che invece l'abbiamo vista qualche mese fa, ci preoccupiamo di
fare rifornimenti di viveri, frutta, pane ecc, per i prossimi 3/4 giorni, Hassan
va al posto di polizia per i permessi ed i visti ma evidentemente c'è qualche
problema. infatti prima delle 14:00 non riusciamo a partire, ci sono 32°C ma si
sopportano benissimo. Conosciuto la guida che ci accompagnerà, il suo nome è
Hotman, 42 anni, 5 figli, somiglia un po' ad Eddie Murphy, La pista per Al
Awaynat si prende subito fuori Ghadames sulla strada che riporta a Nalut,
sterratone duro, ogni tanto tòle ondulè, parecchia polvere, verso le 18:00 ci
fermiamo per il primo campo temp. 25°C, Abbiamo Umbi con i suoi che stanno
davanti di almeno 5 o 6 ore, li abbiamo incrociati a Ghadames mentre partivano,
ed un gruppo di altre 4/5 macchine di Francesi che ci precedono di poco.
7 Novembre 229 km .....lungo la pista per Al Awaynat
Installiamo un CB sulla macchina di Hotman, sarà più facile comunicare.
Riprendiamo la marcia verso le 09:00 temp.19°C, si continua sull'Hammada gran
piattone, verso le 11:00 sosta per la solita foratura di Paolo, ogni tanto c'è
una piccola discesa che ci fa scendere dolcemente su specie di larghissimi
bacini in secca, in alcuni però c'è un po' di vegetazione, verso le 16:00
passiamo in un posto fantastico, le rocce circostanti sono color cioccolata e la
base sembra un variegato di nocciola e cioccolato, il fondo ha un bel colore
cacao, insomma sembra di stare su una torta. Subito prima di arrivare in
prossimità dell'Erg si passa per una zona cosparsa di un'infinità di piccole
formazioni rocciose a forma di cono rovesciato di un perfetto colore marrone
sembrano tanti zuccotti ricoperti di cacao, che stia avendo un calo di zuccheri?
Entriamo nell'Erg verso le 17:00, sgonfiamo a 1 bar, è quasi ora di fermarsi per
il campo alle 18:15 ci troviamo un bel posto tra delle dune abbastanza alte dove
passare la notte. Marco che si è portato lo snow-board dall'Italia si fa la
prima discesa nell'Ubari, verso le 19:00 la temp. è 25°C ed il tramonto è
spettacolare, Hotman ed Hassan riparano la gomma a Paolo.
8 Novembre 160 km .....lungo la pista per Al Awynat
Partenza alle 09:30 temp. 19°C, stiamo attraversando un pezzo dell'Idhean Ubari,
ci sono due o tre cordoni di dune abbastanza impegnativi da superare, nulla di
impossibile ma bisogna darci dentro, alla minima indecisione ci si pianta. La
temperatura del liquido per il raffreddamento si alza un pochino, ma siamo
abbondantemente nella norma, grazie all'esperienza dell'altra volta, ho fatto
montare una seconda ventola davanti al radiatore che posso accendere quando
voglio, evidentemente funziona. Preso due o tre insaccate forti scendendo
qualche duna forse con troppo impeto, ma il fatto è che siamo carichi come muli
e poi bisogna riprendere un po' il piede la sabbia, comunque i Koni Heavy Track
Raid mi pare stiano facendo il loro lavoro molto bene. L'attraversamento
dell'Erg in questo punto non supera i 70 km, è abbastanza facile e non richiede
molto tempo, molti passaggi sono sul fondo di comodi gassi.
Incontriamo due macchine di un'agenzia che sta portando in giro una coppia di
spagnoli, il Pick-up azzurro con i viveri ha un problema al carburatore, Hotman
si ferma a dare una mano mentre noi, aspettando che il problema venga risolto,
ci riempiamo gli occhi osservando lo splendido panorama circostante. Usciamo
dalla Rambla verso le 13:00, rigonfiamo le gomme, anzi il mio compressorino
rigonfia le gomme un po' a tutti, compreso il toyota degli amici di Hotman. Si
riprende sul duro, ogni tanto dei "binari" con un po' di fesh fesh, ci fermiamo
ad un pozzo dove accumulano acqua che viene poi caricata su cisterne per essere
trasportata, una rinfrescatina è d'obbligo dopo tutta la polvere che ci stiamo
mangiando, campo verso le 18:00 temp. 24°C in una zona sabbiosa. Oggi è stata
una giornata faticosa, a parte l'attenzione che non bisogna mai perdere guidando
tra le dune, poi le ultime ore sono state particolarmente pesanti, sia per la
tòle che per i lunghi tratti nel fesh fesh, ma la cosa più fastidiosa era
l'enorme quantità di polvere che si alzava al nostro passaggio, io che sono
stato sempre in coda al convoglio dovevo allontanarmi dall'ultima macchina anche
di parecchi chilometri per poter vedere dove mettere le ruote, aspettando che la
polvere si decidesse a posarsi, per cui mi ritrovavo a dovermi anche scegliere
il percorso giusto tra la miriade di tracce che mi si presentavano davanti,
avendo come unico riferimento per la direzione, la nuvoletta all'orizzonte
dell'ultima macchina che ti precede e a volte neanche quella, per cui spesso mi
ritrovavo quasi da solo ed improvvisamente avvertivo la vastità del luogo in cui
mi trovavo, suppongo che chi soffra di agorafobia in questa particolare
situazione sarebbe stato probabilmente a disagio, il CB in questi casi è
fondamentale oltre che essere rassicurante. Ho preso due o tre buche un po'
troppo veloci ed abbiamo fatto un paio di salti notevoli, siamo quasi arrivati a
sbattere con la testa al soffitto scaricando completamente le sospensioni, ma
tra il sole in faccia, la stanchezza ed il polverone purtroppo non le ho proprio
viste, meno male che ad ammortizzatori e molle rinforzate stiamo messi bene,
altrimenti era sicuramente una buona occasione per spaccare qualcosa.
9 Novembre 106 km ...fino ad Al Awynat
Partenza alle 09:00 temp. 12°C questa notte verso le 06:00 la temperatura in
tenda è scesa a 6°C ma siamo ancora lontani dai -4°C di Gennaio, si resiste bene
nel sacco a pelo. Dobbiamo passare un altro tratto di sabbia chiamato la Dogana,
ci sono delle dune altissime e bellissime, il panorama è fantastico. Marco non
si lascia scappare l'occasione di scendere una di queste meraviglie con lo
snow-board, la pista è ormai molto delineata si capisce che stiamo per arrivare,
comincia pure un po' di traffico, arriviamo ad Al Awaynat alle 13:17 e
rifacciamo il pieno. Sono molto contento abbiamo fatto veramente una bella cosa.
Hassan deve andare a Ghat per avere il permesso di entrare in Acacus ed Hotman
non può accompagnarlo, proprio perché a Ghadames non glielo hanno dato. Hassan
andrà col 110 di Mario a Ghat, io e Rosalba ci accodiamo volentieri, gli altri
se ne restano al campeggio a farsi belli, dopo quattro giorni una doccia ci
vuole proprio, ma io sono disposto anche a giocarmela pur di poter dare
un'occhiata alla mitica Ghat, ci sono 120 km di buon asfalto che costeggia l'Acacus
per tutta la sua lunghezza in direzione sud. La sensazione è di grande
maestosità, ogni tanto il contrasto di colori tra roccia, sabbia e cielo è di
incomparabile bellezza. Arriviamo a Ghat verso le 15:00, Hassan ci lascia sotto
il forte che domina tutta la zona, la Medina è proprio sotto il forte, saliamo
sul forte da cui si gode un bellissimo panorama; questa antica oasi Sahariana si
conserva ancora molto bene, per certi versi è simile a Ghadames, ma ha un
fascino molto più africano, qui si respira aria di Niger, i muri, al contrario
di Ghadames dove è tutto bianco, qui sono color terra, fatti con mattoni di
fango, gironzolare al suo interno è molto interessante. Purtroppo al posto di
polizia l'addetto ai visti per l'Acacus non c'è, Hassan si fa il giro di tutta
Ghat ma non lo trova, non sta nè a casa nè alla caffetteria, insomma è sparito,
decidiamo di ritornare ad Al Awaynat mentre lui resterà a Ghat finché non riesce
a trovare l'addetto, ci raggiungerà al camping con un taxi appena fatto.
Torniamo indietro, siamo quasi al tramonto e tutto comincia ad assumere un
colore caldo e rassicurante. Anche se arriviamo che il sole sta calando
velocemente, una doccia ci sta proprio tutta, la sera ceniamo al camping, c'è un
gruppo di motociclisti spagnoli che hanno appena terminato l'attraversamento del
Murzuq, barattiamo un pezzo di parmigiano reggiano per un po' del loro ottimo
Jamon Iberico (uno tra i migliori prosciutti al mondo) alle 23:00 ci sono 16°C.
10 Novembre 174 km Acacus
Prima di partire non posso non fotografare il camion che fa l'assistenza ai
motocilisti spagnoli, un Deuz, 10 cilindri a V raffreddato ad aria, un vero
mostro e le gomme che montano sulle moto per scalare qualsiasi duna. Partiamo
verso le 09:00 temp. 15°C, stanotte 6°C, reintegrata la cambusa con pane e
frutta fresca. Finalmente stiamo entrando nell'Acacus, la prima fermata è al
dito di Allah poi comincia una serie infinita di "cartoline", grandi vallate di
sabbia gialla contornate da formazioni rocciose dalle più disparate forme, con
un po' di fantasia ci si può vedere qualsiasi sagoma, ogni tanto i passaggi
diventano un po' più stretti ed ogni tanto si risale su zone rocciose, stiamo
comunque seguendo un percorso abbastanza battuto per poter arrivare ai siti di
alcune pitture rupestri importanti continuando a scendere a sud il panorama è un
continuo alternarsi di scorci molto pittoreschi, ogni tanto c'è un arco sotto
cui passare, fino ad arrivare al grande arco, è quasi il tramonto e lo
spettacolo ha dell'incredibile, facciamo il campo nei pressi di quest'ultimo.
ore 18:30, temp: 21°C. Purtroppo nell'ultima ora siamo un po' bersagliati dalla
sfiga, Hotman ha bucato. Paolo non può più usare il riduttore, la leva
dell'inserimento si muove a vuoto come un joy-stick, il blocco del differenziale
centrale però va, io ho una goccia d'olio sotto il pedale frizione, la solita
pompa che ricomincia a perdere? Speriamo che la perdita non aumenti, altrimenti
sarebbe una vera rogna dover sostituire il master quaggiù. Pensando a dove ci
troviamo sono un pochino in apprensione per questi piccoli inconvenienti, ma c'è
da dire che negli ultimi giorni il maltrattamento al quale abbiamo sottoposto i
mezzi non è cosa da poco. Adesso c'è da capire cosa sia successo esattamente
alla leva delle ridotte di Paolo, c'è il rischio di non poter continuare il giro
come ce lo siamo immaginato, il programma infatti prevede dopo l'Acacus di
arrivare a Takerkiba e da qui fare la traversata della Rambla dei Dauada, 2/3
giorni di sola sabbia e dune anche impegnative, visitando i laghi per poi
riprendere l'asfalto sulla strada che va da Idri a Brack, ma è opinione un po'
di tutti che senza il riduttore non credo si possa fare, comunque vedremo se e
quando avremo il tempo ed i mezzi per risolvere il problema. In ogni caso tutta
la fatica fatta per arrivare fin qui viene ampiamente ricompensata del fatto che
siamo veramente in un posto unico al mondo.
11 Novembre 40 km Acacus
La mattina andiamo a farci la foto di rito sotto uno dei simboli dell'Acacus, le
dimensioni dell'arco sono incredibili, dalle foto non me lo immaginavo così
grande. Lasciamo le macchine nei suoi pressi e ci facciamo una bella passeggiata
(9km) nel Uadi Tanshalt. Sembra di fare un viaggio nella preistoria, il
paesaggio è veramente unico, ci sono ancora delle capanne Touareg abitate, non
riesco ad immaginare cosa si possa provare a nascere, crescere e vivere tutta
una vita in posto così. Purtroppo ci sono pure parecchi turisti, ma mi dico: se
ci sei arrivato addirittura tu...... Riprendiamo la macchine e ci dirigiamo nel
Uadi Teshuinat. altri siti con pregevoli pitture e l'arco Fanhaliga una specie
di cattedrale, non so perché ma l'associazione con le opere l'architetto
spagnolo Gaudì mi viene quasi spontanea. Campo verso le 17:00.
12 Novembre 72 km Acacus
Prima di partire andiamo a vedere un graffito di ottima fattura che ritrae un
elefante, sta proprio dall'altra parte del canyon 10 minuti a piedi, Partenza
verso le 09:30 visitiamo un sito dove sono state rinvenute delle mummie ed altre
pitture, è incredibile quanto sembrino moderne, Hassan ci porta poi a conoscere
il capo dei Touareg del Jebel Acacus, un signore indubbiamente anziano, è stata
la guida del prof. Mori, noto studioso italiano, scopritore di parecchi siti
nell'Acacus, il grande capo vive in una capanna modesta e ci mostra le foto dove
si fa ritrarre insieme ai turisti che passano da quelle parti ed anche noi non
ci esimiamo, basta pagare 5 DL ci mostra delle punte di freccia, effettivamente
mi sento un po' come i turisti americani che vengono a Roma e si fanno una foto
al Colosseo con uno vestito da centurione, ma chi se ne frega, almeno lui, il
capo Touareg lo è sul serio, alla mia domanda su quanti anni abbia mi fa
rispondere da Hassan: Tanti, tutti!!
Ripartiamo ed andiamo a visitare la famosa pittura
raffigurante i preparativi di un matrimonio poi prendiamo (purtroppo) direzione
nord, Hotman adocchia un albero ormai secco, ottimo per il fuoco di stasera e
dei prossimi giorni, parte una specie di giochi "senza frontiere", ognuno dice
la sua su come si possa fare, ma l'albero è veramente tosto, dopo vari tentativi
finalmente riusciamo a prendercene un bel pezzo. Verso le 18:00 facciamo campo
nell'erg Wancaza, in una splendida conca sabbiosa sormontata da una enorme duna
che al tramonto assume colori incredibili, Marco non può perdersi la solita
discesa al tramonto con lo snow-board e le guide incuriosite da questa strana
abitudine vogliono provare l'ebbrezza di scivolare sulla sabbia, ovviamente si
inventano un modo meno pericoloso per scendere, serata magnifica intorno al
fuoco, temp.21°C.
13 Novembre 357 km Erg Wancaza- Takerkiba (130 pista, il resto chiamiamolo
asfalto)
Partenza alle 09.15, temp. 15°C salendo verso nord/nord-ovest dobbiamo
attraversare il piccolo Erg ma anche se piccolo, nulla toglie al fatto che se
non si sgonfia, sulla sabbia ci si pianta, ed infatti, verso le 15:00
riprendiamo l'asfalto (chiamiamolo così) ogni tanto ci fa rimpiangere la tòle
ondulèe, per quanto e spaccato dal sole. Da Ghadames abbiamo percorso
praticamente sempre lontano dall'asfalto più di 1000 km, a me non era ancora mai
capitato, sono veramente contento. Arriviamo al Camping Africa Tours di
Takerkiba verso le 18:00, è stato migliorato parecchio, bungalows e bagni nuovi,
docce che funzionano, che meraviglia, ormai qui ci sembra di stare a casa, Abdul,
il proprietario, ci accoglie con molto calore, si ricorda perfettamente di noi,
insomma c'è una bella atmosfera. Questa sera Hassan ed Hotman hanno deciso che
cucinano loro, il menù sarà maccaroni alla Libica e montone alla brace, il vino
però lo mettiamo noi. Temp. 20°C alle 19:30.
14 Novembre 93 km giro ai Laghi di Ubari
Dopo una lunga riflessione Paolo decide che non se la sente di mettere mano alla
leva del riduttore, anche perché non sembrerebbe un lavoretto da poter fare al
volo, tanto il blocco del centrale gli funziona lo stesso, ma le guide gli
sconsigliano di avventurarsi nella Rambla senza il riduttore, potrebbe non
servire ma se dovesse invece diventare fondamentale? Decidiamo di cambiare il
programma invece di attraversare l'erg, decidiamo comunque di andare a vedere
qualche lago e di tornare al camping per la sera. Paolo e Rosalba saliranno in
macchina con Hotman, lasciando la Land nel camping. Visto che torniamo al
camping io ne approfitto per scaricare il più possibile la macchina, voglio
proprio verificare quanta differenza c'è sulla sabbia, andando un po' più
leggeri. Partiamo alle 09:00 sgonfiato ad 1 bar. Uscendo dal camping la prima
duna sta proprio lì davanti, una bella rincorsa e a palla su per il crinale, poi
subito a destra dentro un catino tenendosi il più possibile a destra sul duro,
cercando di non perdere velocità e per potersi presentare belli dritti verso il
nuovo salitone, e giù di nuovo a manetta, insomma.... non male, se si comincia
così!!!! Effettivamente il dislivello da superare è notevole ma basta sapere
dove mettere le ruote e non aver paura di schiacciare sull'acceleratore,
l'importante è non avere indecisioni. Verso le 11:30 abbiamo già visto Mavo e
siamo siamo fermi a Gebraoun con l'enorme duna che lo sovrasta è interessante
sapere che fino a non molto tempo fa qui continuassero ad abitarci i Douada,
pranzo sotto un fresca tettoia guardando le guide del posto fanno un po' gli
spacconi scendendo con le macchine dall'enorme duna, tanto per meravigliare i
turisti, facciamo un po' di commenti sui rischi che si corrono su discese così
esagerate non sapendo che di li a poco ci sarebbe toccato una cosa simile,
infatti per arrivare ad Um Al Maa, dopo varie peripezie, fesh fesh e salitoni
senza fine c'è una bella discesa da fare, comunque fa più impressione vederla da
fermo che a scenderci. Il lago Um Al Maa è il più carino dei 4 che abbiamo
visto, continuiamo il giro e passiamo per Mandara (in secca).
Tornando verso Takerkiba, incontriamo un nutrito gruppo di fuoristrada francesi,
ad un certo punto c'era quasi bisogno del semaforo per decidere chi passava,
ribadisco dell'idea che per godersi un viaggio del genere non bisogna essere più
di 5 massimo 6 macchine. Arriviamo al camping alle 17:30, oggi è stata veramente
una gran bella lezione di guida su sabbia, il mio vecchio 300 se l'è cavata
egregiamente, non pensavo, adesso sono molto contento ma su qualche tratto ho
"stretto" un bel po', devo riconoscerlo.
15 Novembre 193 km Takerkiba- Sabha-campo nell'Erg
La parte interessante di questo viaggio sta finendo, adesso inizia la lunga e
noiosa risalita verso il nord. Partiamo alle 10:00 temp. 20°C, passiamo per
Sabha e ci fermiamo a mangiare nello stesso posto dove a Gennaio mangiammo
dell'ottimo cus cus, incontriamo una coppia di Australiani in moto su un vecchio
BMW, i meschini stanno in giro da un bel po', si sono fatti 6 mesi in India e da
qui sono arrivati fino in Svizzera, poi sono scesi fino in Africa e vorrebbero
arrivare in Sudan, improvvisamente mi sento come un vecchio pensionato in
vacanza a Riccione, paragonando la nostra modesta avventura alla loro, ma per
ora va così, chissà che un giorno non si faccia anche noi qualcosa di veramente
esagerato, chissà..... Verso le 17:00 ci fermiamo a fare l'ultimo campo
nell'estremo lembo dell'erg Ubari che sta a nord di Sabha. Piccole e morbide
dunette, la sabbia è parecchio compatta ed è molto piacevole correrci sopra con
la macchina, ci sono parecchie palme, bel tramonto stasera c'è la luna piena.
temp. alle 22:00 15°C.
16 Novembre 709 km campo- Sabratha
Sveglia un po' più presto del solito, oggi ci son da fare parecchi km. alla
prima stazione di servizio salutiamo Hotman che ci lascia, da adesso in poi c'è
solo asfalto, lui torna a Ghadames e ricomincia il giro con un altro gruppo, è
il suo lavoro, è inutile nasconderlo ma siamo tutti un po' malinconici, dopo
aver passato tanto tempo insieme ci si cominciava ad affezionare e sapere che
magari molto probabilmente non ci si rincontrerà mai più nella vita, lascia
tutti con un po' d'amarezza. Regaliamo ad Hotman una bella fune con moschettone
serio ed una congrua mancia, il nostro Eddie Murphie è visibilmente commosso è
diventato improvvisamente taciturno, ma anche noi non siamo da meno. Verso le
12:30 ci fermiamo a Swayriff per il pranzo ed alle 18.00 siamo sulla costa a
Sabratha: alberghetto sulla strada, dignitoso.
17 Novembre 188 km - frontiera-Zarzis
Andiamo a visitare le rovine romane, l'Urbe romana per certi versi è molto
simile a Leptis Magna ma le dimensioni sono notevolmente inferiori, c'è un
bellissimo teatro. Riprendiamo la strada per Ras Ajdir, a Zuara facciamo il
pienone di gasolio, a me basterà per tornarci fino a casa. C'è un vento fresco
che alza però tanta polvere, non è gradevole. Alle 14:30 siamo in frontiera, i
doganieri ci controllano per benino, negli ultimi tempi hanno aumentato di
parecchio i controlli in uscita, ma la presenza di Hassan evidentemente ha
qualche influenza nel accelerare i tempi, alle 16:30 siamo fuori, perdiamo un
po' di tempo a ritrovare il mio cellulare che deve essermi caduto di tasca
mentre rimontavo l'antenna del CB subito dopo la frontiera Tunisina. Arrivo
all'hotel Zarzis alle 17:50, cena e due passi sulla spiaggia con la luna piena.
18 Novembre 220 km Zarzis-Douz
Visto che siamo stati nei tempi previsti, la risalita verso Tunisi ce la
facciamo con calma. Il passaggio per Douz, che è diventato ormai un classico, ti
fa accettare, in modo molto più delicato, l'idea che il viaggio è finito .
Partiamo verso le 8:30, passiamo per Toujane e Matmata, ci fermiamo a visitare
una casa troglodita e verso le 12:30 siamo a Douz, siamo molto rilassati, ognuno
fa quel che vuole, io dopo pranzo riesco pure a farmi un sonnellino in tenda,
shopping e cena in un ristorantino.
19 Novembre 430 km Douz-Kirouane-Nabeul
Partiamo verso le 08.30, la consapevolezza che siamo sempre più vicini alla fine
del viaggio, si fa sempre di più forte. Il ritorno verso Tunisi è sempre uno tra
i momenti più tristi, ma il fatto di aver fatto un viaggio come quello che
stiamo portando a termine, rispettando le aspettative ed il programma fatto a
casa, senza aver avuto praticamente nessuna noia o contrattempo di rilevo, ti
lascia addosso una gradevolissima sensazione, un profondo senso di pace, ti
senti appagato ed arricchito, in fondo per quasi una ventina di giorni siamo
stati con la testa ed il corpo veramente da un'altra parte, abbiamo staccato la
"spina" sul serio, ci siamo disintossicati e ricaricati, tutto questo aiuta ad
accettare con molta più serenità il fatto che un viaggio prima o poi termina.
Mentre ripercorriamo per l'ennesima volta le strade che portano verso il nord,
mi ritornano in mente i momenti salienti di questa "avventura", rivedo i posti
meravigliosi che mi si sono parati davanti, le sere intorno al fuoco, il
rassicurante silenzio del deserto, la maestosità ed i colori di quelle
incredibili montagne di sabbia, la gentilezza di Hassan ed Hotman, lo sguardo
profondo del capo Touareg, l'atmosfera incantata dell'Acacus, insomma la noia
della lunga, dritta strada asfaltata viene annullata dalla enorme quantità di
ricordi che abbiamo appena finito di immagazzinare. Arriviamo a Nabeul,
praticamente Hammamet, verso le 15:45, andiamo all'hotel Jasmine, anche questo
ormai un classico, una bella doccia, qualcuno si scatena nell'acquisto di
ceramiche, qui si fanno dei buoni affari. Ottima cena al ristorante accanto
all'hotel.
20 Novembre circa 60 km Nabeul-Tunisi
Sistemato e ripulito un po' la macchina, verso le 12:00 partenza, ci fermiamo a
mangiare un panino per strada, alle 15:00 ormai già alla Goulette saluto gli
altri, perché il 21 dovendo stare a Torino per lavoro, ho un volo
Tunisi-Malpensa prenotato, anche nel viaggio di Gennaio mi era capitata la
stessa identica cosa, però questa volta lo sapevo già prima di partire e
qualcuno comincia a malignare che per non farmi 2 giorni in nave, mi trovo
sempre questa scusa, ma non è così comunque è proprio una strana casualità, in
ogni caso porta bene, i due viaggi in Libia sono filati lisci come l'olio. Mi
rendo conto di aver salutato i miei compagni di viaggio forse con troppa fretta,
ma tanto il 22 sera andrò a Genova a riprendermi la Land, e li saluterò meglio,
loro, purtroppo si dovranno sorbire il solito scalo a Malta che li farà arrivare
in Italia appunto il 22. L'impatto con la frenesia della gente che si agita
dentro un aeroporto mi lascia un po' interdetto, il cambio di ritmo è stato
troppo repentino, ma devo riabituarmi in fretta a questa velocità, da noi nel
ben e nel male si vive così purtroppo. Rifletto sul fatto che viaggiare con la
propria macchina ai ritmi blandi, tipici di un viaggio come questo, è una cosa
fantastica, si ha tutto il tempo di acclimatarsi e gustarsi, con la dovuta
calma, tutti i cambiamenti culturali, climatici, ambientali ai quali andremo in
contro, si ha tutto il tempo per capire ed assaporare il lento trasformarsi del
paesaggio e dei costumi, insomma mi sembra un modo saggio e naturale di vedere
il mondo, certo ci vuole il tempo che ci vuole, ma i risultati sono sicuramente
più appaganti. L'essere catapultati e sputati fuori da un aereo che in un poche
ore riesce a portarti in posti a volte così lontani dalla tua normalità, adesso
mi risulta un attimino violento. Quando atterro a Malpensa ci sono 0°C e fa un
freddo cane....
Anche questa volta è andata, sono molto contento e penso che la prossima volta
vorrei proprio andare a vedere .....
Considerazioni e curiosità
Percorsi in in totale circa 5.600 km. In Africa da Tunisi a Tunisi sono stati
4.276 km dei quali: 3.135 di asfalto più o meno buono 1.141 di fuoristrada
(pista/sabbia) di cui almeno 300 di vera sabbia. di questi 1.141 km lontani
dall'asfalto ne abbiamo fatti comunque 1.000 consecutivi in 8 giorni.
Con 150/180 litri di gasolio si affrontano tranquillamente i tratti di questo
giro senza possibilità di rifornimento, unica incognita è se poi arrivati al
distributore questi abbia o no gasolio, può succedere che a volte ne siano
sprovvisti. Nella mia macchina abbiamo consumato solo 20 litri di acqua minerale
portata dall'Italia. Consumati invece 27 litri di vino ed una boccia di Grappa
tra tutti i partecipanti (3 o 4 erano a mio avviso astemi), ma considerando che
poi qualche indigeno, vista la qualità, se ne "approfitta", si consiglia di
aumentare le scorte.
Il vecchio discorso su che tipo di pneumatico usare per un viaggio del genere
diventa sempre meno logico, noi, ed è la seconda volta che ci faccio caso,
avevamo un po' tutti i tipi di pneumatico (All Terrain, Mud e da sabbia) bene,
abbiamo fatto tutti le stesse identiche cose con minime differenze di
prestazione, l'importante è sgonfiare il più possibile a seconda della tipologia
di terreno. La mia opinione è che tra tutte, una Mud, che possa essere sgonfiata
a 0,8/1 bar di pressione rappresenta forse la soluzione migliore per chi vuole
un'unica gomma per tutti i tempi e tutte le stagioni (ma ripeto, è una mia
opinione), questa scelta permette comunque di andare abbastanza bene su sabbia,
l'importante è ripartire con maggiore dolcezza possibile e sgonfiare, sgonfiare,
sgonfiare, ma ti assicura poi una grande sicurezza sui tratti sassosi, i più
"pericolosi", nel nostro giro conti, alla mano di sabbia ne abbiamo fatta circa
300 km su 5.600, per cui a meno che non si preveda di dover fare solo tanta,
tanta sabbia, dove ovviamente un modello specifico avrebbe forse spazio per
esprimersi meglio, questa soluzione resta un buon compromesso. Paolo con le Sand
Grip ha bucato una volta, ma ormai credo che sia diventata una specie di sua
personale offerta votiva alla Madre Africa. La seconda ventola montata per
aumentare la capacità di raffreddamento del non enorme radiatore del 300 Tdi, ha
dato i suoi frutti. Gli ammortizzatori Heavy Track Raid si sono dimostrati
all'altezza del nome.
Chi aveva uno snorkel con il pre-filtro a ciclone ha sporcato il filtro
dell'aria in modo vistosamente inferiore a chi non aveva nulla, a metà giro
abbiamo fatto un test e le differenze sono state molto evidenti.
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