Stefania ha già vissuto a Londra per due anni e non vede l'ora di tornare a salutare la sua cara amica Silvia, rimasta a lavorare e studiare in una delle capitali più affascinanti del pianeta.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/Ivan_Sgualdini/londra/mini-Taxi.jpg)
Diario di viaggio
24/01/2002 - Volo e sistemazione all'Hyde Park Hostel
La corriera della Logudoro tour porta in quasi quattro ore da Cagliari ad
Alghero per la coincidenza dei voli low cost della Ryanair per Londra - Stansted.
Il nostro è stato prenotato da Internet ad una tariffa irrisoria, con una tratta
regalata in promozione. Sull'aereo acquistiamo anche i biglietti del treno
Stansted-Express per il centro di Londra, ad un prezzo nettamente inferiore
rispetto a quello pieno venduto alla stazione. Il volo è puntualissimo e
atterrati a Stansted troviamo in pochi minuti il treno, che passa frequentemente
e in circa tre quarti d'ora conduce a Liverpool Street. E' gia buio e l'impatto
è emozionante: la stazione è stupefacente e sembra di entrare in un film di
Harry Potter!
Compriamo subito la travelcard settimanale (abbiamo addirittura portato la foto
tessera da casa apposta per questo!), che permette di risparmiare notevolmente
sui trasporti: la si può fare per le diverse zone di Londra e vale sia per il
metro che per il bus.
Sono le 22:00 circa, incontriamo Silvia e andiamo alla ricerca dell'ostello (l'Hyde
Park Hostel, prenotato anch'esso da Internet). Siamo carichi di bagagli e
prendiamo il metro per Hyde Park. Dopo una breve passeggiata troviamo finalmente
l'ostello. E' in una posizione ottima, a due passi dal metro e dal centro città,
di fronte all'omonimo parco da cui prende il nome, e ha un bell'aspetto, con la
facciata bianca marmorea e le colonne tipiche delle costruzioni di Londra.
All'interno purtroppo risulta una delusione totale! Mal organizzato, sporco e
decadente sono le prime parole che vengono in mente, ma meglio lasciare le
successive
Da internet appare decisamente diverso e nella prenotazione forse lo
ho ingenuamente paragonato ad un ostello irlandese, che è assolutamente tutta
un'altra cosa. Lo squallore di questo alloggio ci invoglierà sicuramente a
rientrare il meno possibile, ovvero solo ed esclusivamente per dormire la notte.
Sistemiamo la roba e prendiamo sonno un po' sconsolati, stanchi da un intero
giorno di viaggio.
25/01/2002 - Hyde Park; Kensighton Garden; Natural History; Victoria Albert;
Big Ben
La prima mattina a Londra non tarda a far capire che il clima non sarà molto
clemente: è tutto nuvoloso, piove e c'è un discreto freddo (del resto, siamo a
gennaio!). Entriamo nel punto più vicino di accesso al Kensinghton Garden,
arrivando tra divertenti giochi di fontane fino al Kensinghton Palace, dove
enormi papere che sembrano struzzi passeggiano tranquillamente e nuotano nel
laghetto. Proseguiamo per Hyde Park osservando che, come risaputo, di certo i
prati verdi in Inghilterra non mancano
Scendiamo più a Sud per visitare il Natural History Museum, uno dei più grandi e
famosi tra i tantissimi musei di Londra.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/Ivan_Sgualdini/londra/mini-NaturalHistory05.jpg)
Natural History Museum
All'esterno è già un'opera d'arte architettonica, ma
all'interno appare ai miei occhi tutto fuorché un museo (ovviamente, pensando
alla 'ristretta' concezione tipica di museo italiano dove, se non sei un esperto
e appassionato delle opere esposte, ti annoi dopo mezzora). Le diverse sezioni
in cui è diviso il Natural Hystory Museum sono spettacolari, al limite della
fantascienza. L'immenso salone di ingresso con tanto di dinosauro ne anticipa la
grandiosità, e l'elenco dei padiglioni conferma l'impossibilità di vistarlo in
un solo giorno. L'unica cosa realistica da fare come turisti è passeggiare
soffermandosi solo sulle cose a cui si è più interessati.
Iniziamo con la sezione dei dinosauri facendo il giro in diverse stanze, salendo
poi su un passaggio rialzato che mostra dall'alto le ricostruzioni degli
scheletri e finendo in una stanza buia, dove si esibisce lo spettacolo di un
grosso tirannosauro, animato egregiamente, che sta divorando un bestione più
piccolo!
Proseguiamo nella parte dedicata alla Terra dove, da un grandissimo salone,
diviso in tre piani, si accede con vari giochi di luce alle scale mobili e si
passa 'in mezzo al pianeta' osservando sulle pareti il cielo stellato simulato.
Nei diversi piani vi sono esposizioni dedicate ai fenomeni naturali più vari,
compresi i disastri (c'è persino una stanza adibita a supermercato dove viene
simulato il terremoto: il pavimento trema all'improvviso e si muovono le pareti
e gli scaffali!). All'ultimo piano si parla invece di energia, da quella
prodotta dagli eventi naturali a quella alternativa (con tanto di esempi da
provare e azionare manualmente).
Tornando al piano inferiore e pensando ingenuamente che ormai niente altro potrà
più stupirmi, devo immediatamente smentirmi di fronte ad un'altra sezione
dedicata alla natura, a dir poco straordinaria: si entra in un corridoio
spaziale tutto bianco con sopra dei passaggi aerei che uniscono la parte destra
con quella sinistra. Una volta in fondo al corridoio, un enorme schermo, che
sembra la terra tramite un accurato gioco di specchi, mostra uno spettacolo di
luci e colori da '2001 Odissea nello spazio'. Più avanti si entra nei
padiglioni, che hanno il compito di sensibilizzare il visitatore verso
l'equilibrio ambientale, mostrando con esempi giganteschi l'interazione delle
piante con l'ambiente e via di seguito (si passa poi da una parte all'altra
tramite quei passaggi aerei visti prima
).
Non può mancare infine l'immensa sezione dedicata agli animali: dagli insetti ai
mammiferi vi sono esemplari per tutti i gusti! Insomma sembra di stare in un
parco giochi più che in un museo!
Si fa ora di pranzo e sediamo in una delle tante panchine nei corridoi del museo
per mangiare dei tramezzini, completando successivamente la visita verso le
16:30. E' già tardi, considerato che in questo periodo a Londra alle 18:00
chiude tutto!
Passeggiamo oltre fino ad arrivare al Victoria Albert Museum, avendo solo il
tempo di visitarlo brevemente per qualche sala.
Poi raggiungiamo il centro nei pressi di Piccadilly e Leicester Square, tornando
prima un attimo all'ostello per ristorarci. Per cena andiamo con Silvia in un
ristorante cinese nella zona di Soho, piccolo e spartano, mangiando molto bene
(come si usa qui, paghiamo un fisso e prendiamo tutto quello che desideriamo a
buffet: una vera chicca per gli amanti di questa cucina).
Subito dopo cena prendiamo il metro e per smaltire completiamo l'intensa
giornata con una passeggiata notturna sulla riva del Thames. La sensazione nel
momento in cui usciamo dalla stazione metro è fenomenale: il Big Ben spunta
all'improvviso altissimo e gloriosamente illuminato! Attraversiamo il Tamigi in
uno splendore di luci riflesse dal fiume, mentre il Big Ben e la Houses of
Parliament alle spalle si mostrano nella loro grandezza. Davanti a noi c'è la
anche London Eye, immensa e famosa ruota panoramica, proprio di fronte all'Acquarium.
Uno spettacolo eccezionale e sicuramente uno dei posti più affascinanti della
Londra notturna!
In questa incredibile e piena giornata passata a Londra, l'idea del triste
ostello è decisamente svanita, ma torna adesso minacciosa la sua ombra nel
momento di rientrare a dormire
nonostante la musica alta del pub sottostante
(che in teoria, se non fosse per il fatto che noi ci dormiamo a fianco, doveva
essere un punto a favore del posto poiché chi alloggia non paga nulla per
entrare
), riusciamo comunque a prender velocemente sonno.
26/01/2002 - London Dungeon; Tower of London; Tower Bridge; Oxford street
Alzati di buon ora, riprendiamo a passeggiare esattamente dal punto dove abbiamo
terminato ieri. Scendiamo alla stazione di Waterloo col metro e costeggiamo il
Tamigi per un bel pezzo. In realtà un pezzo bello grande, forse anche troppo,
dal momento che piove a dirotto e c'è un forte vento (per cui tenere l'ombrello
diventa anche un incubo).
Dobbiamo arrivare al famigerato London Dungeon, l'attrazione 'horror' più famosa
di Londra, ma si pensava fosse alquanto più vicina
in pratica percorriamo mezza
Londra sulla riva Sud del Tamigi da Waterloo fino al Tower Bridge, e quella che
doveva essere una semplice passeggiata è diventato un trekking sotto la pioggia!
I vasti palazzi (ma non altissimi) adibiti a uffici e strutture pubbliche si
alternano a enormi piazze di cemento (non è certo una zona verde questa, ma
molto moderna), con sportivi che corrono per fare un po' di jojjing sotto la
pioggia e ragazzi che si allenano con rollerblade e skateboard. Tutti londinesi,
i turisti siamo solo noi!
Arriviamo finalmente al Dungeon, rimanendo accodati un'ora sotto la
pioggerellina in fila per entrare (una delle poche a dire il vero fatta fino ad
ora, dal momento che non ci sono tanti turisti a Londra per via del periodo
invernale e degli eventi dell'11 settembre, con l'attentato a New York delle
Twin Towers).
Una volta dentro, paghiamo esosi biglietti e iniziamo l'avventura horror!
L'attrazione è garantita, anche se a dire il vero qualcosina in più forse si può
fare. All'ingresso scattiamo subito una bella foto a pagamento in una sala
tetra, dove Stefania tiene tutta contenta in mano un'ascia e io appoggio la
testa pronta per farmela decapitare. Entriamo poi nelle viscere della terra in
un ambiente buio e cupo con strani odori di marcio e di morte. Attraversiamo
varie sezioni che ricostruiscono torture medievali, veniamo imprigionati e
giudicati da un 'Giudice' vecchio stile, finiamo all'inferno sopra un vagoncino
che naviga sull'acqua, ripercorriamo tutta la storia di Jack lo Squartatore e
terminiamo il tour tra il fuoco dell'incendio di Londra del 1666. Insomma tutto
molto allegro, considerato che dei bravi attori vengono ben pagati per
travestirsi da streghe schizofreniche e spaventare i turisti a morte!
Finito il London Dungeon, durato circa un'ora, pranziamo 'al sacco' nella
stazione metro che sta a lato, al coperto, visto che la pioggia continua
imperterrita senza pause. Un bel cappuccino 'large', molto diffuso qui a Londra,
che consiste in un bicchierone grande come quello large della coca-cola, (con la
differenza che dentro c'è un buon cappuccino bollente), è quello che ci vuole
per scaldarsi e tenere gli occhi aperti in questa città. L'effetto della
caffeina è assicurato per molte ore viste le dimensioni del bicchierone (quasi
mezzo litro tanto per dare un'idea)! E' evidente che a noi italiani piace
prendere tanti caffè un po' per volta, mentre i londinesi si danno la mazzata
una volta per tutte e non ci pensano più
Continuiamo a piedi verso la vicina Tower of London e la costeggiamo, seguendo
la strada principale che porta fino al Tower Bridge.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/Ivan_Sgualdini/londra/mini-TowerofLondon.jpg)
Tower Bridge
Tower of London
E' già quasi buio ma pensiamo comunque di trovarlo ancora
aperto (non sono neanche le 17:00). Con nostro grande rammarico purtroppo la
strada del ponte è interrotta per lavori ed è invece tutto chiuso. Insistiamo
almeno per un giro panoramico, ammirando la bellezza esteriore di questo
eccezionale monumento, che si illumina sempre di più man mano che scende la
notte. Ovviamente lo sfondo del Tamigi non è da meno, con tutto lo sfolgorare
delle luci dei palazzi e dei ponti che si riflettono sul fiume: una vista
magnifica!
Passate le 18:00 ormai i monumenti sono tutti chiusi e non resta che fare un
ultimo giro in centro per un po' di shopping. Riprendiamo il metro e passeggiamo
per Oxford Street e Regent's Street, brulicanti di gente, negozi e bus a non
finire. Entriamo da Hamleys, un immenso negozio di giocattoli (un palazzo a 5
piani), con scompartimenti di ogni genere: dai pupazzi, ai trenini, alle
macchinine radiocomandate, alle gigantesche costruzioni LEGO (di cui una di
Darth Vader e del mitico robottino di Star Wars D2R2. E' un vero spasso, si può
trovare qualunque tipo di giocattolo mai creato dall'uomo!
Per la cena andiamo da Silvia, che abita nel quartiere di Soho in un monolocale
molto grazioso, come tipico di moltissimi lavoratori-studenti qui a Londra,
italiani e non. E' una vera gioia poter fare un bel piatto di pastasciutta
nostrano, visto che la dieta alimentare qui è piuttosto carente.
Guardiamo un po' di Tv inglese e commentiamo l'atteggiamento usuale degli
inglesi nel fare 'complain' per ogni cosa, soprattutto nel campo dei negozi e
dei ristoranti. La concezione del cliente in Inghilterra è molto diversa dalla
nostra. In ogni esercizio commerciale esiste la figura del manager, sempre
riconoscibile e presente con tanto di cartellino, che sta 'al di sopra' del
comune personale che lavora a contatto con il pubblico (camerieri o commessi
tanto per fare un esempio). Quando qualcuno ha un problema, o è insoddisfatto di
un prodotto, o vuole semplicemente sbraitare tanto per lamentarsi di qualsiasi
cosa secondo lui non vada bene in quel posto (dall'organizzazione, al personale,
persino alla struttura fisica e alla disposizione dei locali o servizi), si
pronunciano le parole magiche: 'voglio parlare col manager!', e si fa un
complain. E gli inglesi sono maestri d'arte in questo, fanno complain per tutto
e per qualunque insignificante cosa (a volte davvero difficile anche da
concepire per noi italiani, tanto che qui, con alcuni esempi che ho sentito, ci
sarebbe da sbellicarsi dalle risate!). In ogni caso c'è da considerare il lato
remunerativo, poiché ad ogni complain accettato (anche per lettere scritte
talvolta e non solo per lamentele orali) si riceve un voucher, ovvero un 'buono
sconto' per la successiva volta che si ritorna, ad esempio, in un ristorante, o
in un negozio e così via
(e mica stiamo parlando di spiccioli!!!). Per tutti i
clienti che si sentono incompresi dunque, Londra è il posto giusto per andare
alla ribalta!
27/01/2002 - Notting Hill; St.James Park; Buckingham Palace; Trafalgar Square;
National Gallery; Trocadero Center
Prendiamo il metro e scendiamo a Notting Hill, tranquilla e famosa zona
residenziale di Londra. Il susseguirsi di case bianche o colorate pastello danno
a questo quartiere un aspetto molto omogeneo; sembra proprio di camminare per le
strade del riuscitissimo film di Julia Roberts e Hugh Grant, in particolar modo
nei pressi del rinomato mercatino di Portobello Road, quando riconosco il
negozio di Tattoo di cui Grant parla all'inizio del film.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/Ivan_Sgualdini/londra/mini-NottingHill.jpg)
Al contrario delle aspettative però il mercatino è piuttosto
deserto, forse perché è domenica o forse perché pioviggina, ma le bancarelle
sono davvero sporadiche e la gente pure.
Passeggiamo un paio d'ore e per l'ora di pranzo ci spostiamo col metro
nell'enorme e moderna Victoria Station, per comprare qualche tramezzino
confezionato e il mega-capuccino molto più funzionale di qualunque tiramisù del
mondo.
Qualche altra fermata del metro e arriviamo nei pressi di Buckingham Palace.
Attraversiamo
per un pezzo il Green Park e ci fermiamo nella piazza turistica di fronte al
palazzo per le foto di rito. La fontana e i giardini intorno sono molto belli.
La reggia tutto sommato non è particolarmente appariscente nel suo complesso, ma
all'interno presumo il discorso cambi notevolmente.
La passeggiata continua per il St. James Park, dove diventa divertente per la
presenza della fauna locale, oltre che per la bellezza dei parchi. Le varie
specie di papere ed oche unite agli uccelli neanche si contano, ma la
particolarità sono senza ombra di dubbio gli scoiattoli, veloci e sfuggevoli,
che vengono a prendere le noccioline dalle mani e si arrampicano a razzo sugli
alberi. Molto furbi e sospetti, qualche volta si lasciano andare salendo persino
sulla spalla, ma mai facendosi accarezzare, e sgattaiolano da una parte
all'altra del parco in modo assai buffo. La luce purtroppo è poca ed è difficile
fotografarli in pose decenti con lo zoom, ma dopo vari tentativi (il vantaggio
di avere la fotocamera digitale!) sono riuscito con grande soddisfazione e senza
flash a riprenderne uno in primissimo piano che mangia niente poco di meno che
le nostre Pringles (dal momento che non abbiamo comprato le noccioline e non
possediamo niente altro di commestibile!). Chissà se lo stomaco dello scoiattolo
è rimasto contento delle patatine; comunque per almeno i dieci minuti successivi
è ancora vivo e continua a seguirci per un po', forse contento della succulenta
novità culinaria
A poca distanza dal parco si trova Trafalgar Square, altra famosa grande piazza
di Londra, e anche questa doverosamente decorata con ampie fontane e giochi
d'acqua. Di fronte ha sede il National Gallery, una chicca per chi abbia almeno
un minimo di gusto per l'arte della pittura. Nonostante la pittura non abbia mai
entusiasmato, non posso fare a meno di rimanere allibito di fronte ai bellissimi
saloni decorati con migliaia di capolavori di ogni epoca. In particolar modo
colpiscono alcuni quadri di Van Ghogh, e più di tutti i lavori del Canaletto,
enormi pitture con una precisione fotografica dei particolari assolutamente
nitida ed incredibile, con la quale ha riprodotto magnifiche immagini di
Venezia
straordinario!
All'uscita dalla National Gallery è già buio, e sostiamo in un Coffe Republic
(una catena molto diffusa a Londra), a fianco del Virgin Store, per riscaldarci
con un bel cappuccino bollente.
Proseguiamo ancora verso il centro tra le luci di Londra, fino ad arrivare al
Trocadero Center, un vero e proprio palazzo del divertimento! All'ingresso si
trovano diversi ottimi shop, ricchi di ogni genere di souvenir londinesi, nonché
un coloratissimo negozio di caramelle per i più golosoni! All'interno
attraversiamo un ampio salone, dove da una parte vi è l'entrata di un cinema
multisala, mentre dall'altra con delle scale mobili colorate di luci spaziali si
può salire ai piani superiori, pieni di videogiochi di ultimissima generazione.
Al centro della struttura invece c'è un'attrazione da urlo: un tubo che parte
dal soffitto fino al pian terreno dove sono installati dei seggiolini, che a
turno cadono dall'alto all'improvviso, regalando ai poveretti seduti la
sensazione di buttarsi nel vuoto per qualche secondo
C'è musica ovunque e si
sentono ogni tanto le urla dei malcapitati che si gettano nel baratro a
capofitto, mentre ragazzi giovani e non, in un ambiente più simile ad
un'astronave che ad una sala videogiochi, giocano all'impazzata. Compriamo
qualche gettone e saliamo ai piani di sopra per tornare bambini, divertendoci
moltissimo pur non essendo affatto frequentatori dei videogiochi da sala.
Più tardi passiamo da Silvia a Soho, che ci offre una squisita fetta di torta, e
rientriamo sfiniti all'ostello.
28/01/2002 - Leads Castle; Acquarium; London eye
Raggiungiamo la stazione dove alle 9:00 parte il treno per Leads Castle. Abbiamo
comprato i biglietti ieri di passaggio per evitare di incorrere in file e lunghe
code, e ci rendiamo presto conto di aver fatto la scelta giusta. Tra l'altro
esiste una combinazione biglietto treno + ingresso per Leads Castle (entrata al
castello e visita al parco) che costa molto meno che acquistare i biglietti
separatamente.
Il Leads Castle è molto pubblicizzato un po' ovunque a Londra tramite depliant e
Internet, ed è diventata una classica gita da fare in giornata per i turisti nel
Sud-Est dell'Inghilterra. Dista circa un'ora di treno dalla capitale, e permette
di apprezzare la pace e la tranquillità della campagna inglese. In questo breve
lasso di tempo infatti si passa da una metropoli affollata, inquinata e
stressata ad un paesino con casette tradizionali, immerso in un bellissimo
verde, tipico di questa zona dell'Inghilterra. Alla stazione di Leads un
simpaticissimo e cordiale signore (già da qua si nota la differenza con i
burberi londinesi), opera un servizio di transfer col suo pulmino fino
all'entrata del parco del castello, attraversando prima di tutto il paese,
veramente grazioso.
L'entrata al parco è suggestiva: si percorre un sentiero che costeggia
inizialmente il lago, scorgendo le papere e alcuni pavoni che girano
liberamente, così silenziosi che per poco ci si passa sopra senza accorgersene.
Tutto intorno fanno da sfondo un rilassante intenso verde ed alcuni alberi e
fiori perfettamente curati. Il sentiero prosegue poi all'interno e dopo una
mezz'oretta finalmente compare in lontananza uno splendido scorcio del castello.
A questo punto si può optare per una visita o proseguire verso il restante
sterminato parco. Noi entriamo subito nelle mura, dove la facciata dell'ingresso
del castello appare perfettamente intatta e bella (sarà anche perché finalmente
c'è il sole e i colori sono accesi come non mai!).
All'interno la visita è da non perdere: si girano le varie stanze, i saloni con
vista sul lago, le camere da letto, la bellissima libreria: tutto è
perfettamente integro e ben tenuto. C'è da considerare infatti che il castello è
stato distrutto in periodo di guerra e poi completamente ristrutturato da una
nobile donna inglese nel dopoguerra, che è rimasta abbagliata dalla bellezza del
posto. Fino a pochi decenni fa era abitato ancora dalla figlia. Pare che
l'atmosfera fortemente romantica, creata dai colori che il tramonto dà al
castello e ai suoi riflessi sul lago, abbia stregato la padrona che voleva
viverci a tutti i costi. E in effetti dalle foto e dalle cartoline il posto è
una favola, più unico che raro! E' forse un peccato però che l'inquadratura
migliore, quella che si vede appunto nelle cartoline e che mostra il castello
dalla parte posteriore, che dà direttamente sul lago, non sia raggiungibile al
comune turista se non attraversando quest'ultimo con chissà quale lungo giro o
sentiero non a portata di mano. Comunque si può scendere giù costeggiando le
mura fino alla parte in cui finiscono a strapiombo sul lago, ed è già
meraviglioso così!
Finita la visita usciamo nuovamente nel cortile principale, dove in una porta
sulla sinistra è allestita una mostra sulla storia del castello e della sua
padrona, insieme ad un piccolo shop per i souvenir (figuriamoci se mancava!).
Prendiamo poi il sentiero verso l'interno del parco, trovando dapprima due
strani esemplari di uccelli simili a fenicotteri, ma con una cresta colorata in
testa da punk che li rende davvero buffi (non saprei proprio dire che a che
specie appartengano), e proseguiamo ancora in una stradina con attorno strane
forme di cubi che altro non sono che siepi potate magistralmente.
Oltre la stradina è esposta una interessantissima mostra di pappagalli,
provenienti da tutto il mondo. Alcuni si nascondono, altri guardavano
incuriositi, e un unico pappagallo bianco si decide finalmente a parlare
salutando con un lunghissimo e acuto: 'heeellooo'! I turisti oggi sono davvero
pochi, ed è norma trovarci soli senza nessuno intorno, con la possibilità di
godere appieno di tutta la pace e la tranquillità di questo posto favoloso!
Arriviamo alla fine del parco dove una mitica attrazione del posto ci attende:
il Maze & Grotto, ovvero il labirinto di siepi (caratteristico di molti giardini
inglesi). Al contrario di come avevo sempre pensato al riguardo, lo scopo del
labirinto è arrivare al centro, dove c'è appunto il Grotto, e non all'uscita.
Entriamo incuriositi e dopo diversi interminabili giri a vuoto, iniziamo a
perdere le speranze. La parte più divertente (o più triste secondo i punti di
vista) è che il centro è sempre visibile, perché posto in alto rispetto alle
mura di siepi del labirinto, e si vedono le persone arrivate al Grotto che
tentano di dare consigli ai poveretti come noi che tentano ancora di arrivarci.
Dopo aver provato per circa un'ora, alla fine desistiamo travolti dalla fame, e
usciamo dall'ingresso (con qualche difficoltà per ritrovarlo!) a mangiare un
panino in qualche panchina più in fondo, di fronte ad uno splendido paesaggio.
Ma questo fallimento ci rode il fegato: non essere riusciti a risolvere questo
piccolo rompicapo non è proprio accettabile!
Ancora più determinati, subito dopo pranzo riproviamo a trovare il Grotto
all'interno del labirinto, stavolta con più metodo. Del resto il dedalo non è
grandissimo, e dopo qualche giro intorno ai lati ne intuiamo la struttura, ma
senza riuscire ancora a capire l'ingranaggio finale e tornando sempre allo
stesso punto iniziale. Finalmente, grazie ai gesti di un simpatico giapponese
arrivato prima di noi, riusciamo nell'impresa! Dall'alto si vede tutto il
labirinto e i poveretti che girano a vuoto disorientati come noi qualche minuto
prima: la soddisfazione è grandissima! Scattiamo qualche foto come ricordo
glorioso di questa vittoria ma la parte più interessante deve ancora venire: con
delle scale si scende giù sottoterra per il Grotto, una sorta di caverna
decorata in maniera artistica assai particolare. Un enorme maschera mostruosa e
terrificante sputa acqua dappertutto, creando strani riflessi di luce, ed un
tunnel passa proprio sotto il labirinto per sbucare in una porticina vicino
all'ingresso principale
ecco dove è l'uscita!!
Carichi di entusiasmo, ripercorriamo tutto il parco lasciando alle spalle questa
favola, per riprendere il pulmino per la stazione e poi il treno per Londra. E'
ancora presto, più o meno le 16:00, così raggiungiamo col metro Westminster.
Qua, attraversato il fiume, entriamo nell'Acquarium, di fronte alla ruota
panoramica. L'acquario non è certo tra le cose principali da vedere a Londra, ma
ci ispira particolarmente per fare un'escursione interessante nel mondo
sottomarino. La struttura ha la forma di un immenso cilindro dove al centro c'è
un enorme vasca, ed è diviso in zone a seconda degli Oceani del nostro pianeta.
Il Pacifico risulta particolarmente suggestivo, con un enorme statua dentro la
vasca dalla forma tipica di quelle dell'Isola di Pasqua, e tantissimi pesci con
qualche squalo che nuota intorno. Poi ci sono parecchie altre vasche secondarie,
con razze giocherellone, piante e pesci tropicali, e così via: insomma le
classiche attrazioni di un acquario!
All'uscita ci spostiamo a fianco verso la London Eye, dove si possono comprare i
biglietti fino alle 20:00, permettendo di vedere la Londra notturna dall'alto.
La ruota è assolutamente un must come attrazione. E' alta un centinaio di metri
e quando è in funzione non si ferma mai, il che vuol dire che bisogna salire 'al
volo' quando arriva la cabina. Gira talmente lenta in ogni caso che salire o
scendere non sono certo un problema: impiega ben 50 minuti per compiere un giro
completo e a guardarla da lontano, infatti, sembra completamente ferma. Stefania
decide di non venire avendola già vista nel suo ex soggiorno a Londra, e io
riesco a salire senza fare un solo secondo di fila, non essendoci praticamente
nessuno.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/Ivan_Sgualdini/londra/mini-LondonEye05.jpg)
London Eye
Dopo qualche minuto l'emozione comincia a salire fortissima
insieme alla cabina della ruota. Il panorama aumenta lentamente con quell'enorme
sfarfallio di migliaia di luci che nel punto più alto diventano milioni: una
sensazione fantastica! Insieme con me nella cabina c'è solo una coppia di
ragazzi e si vedono la cabina precedente più in basso e quella successiva più in
alto, le quali costituiscono l'unico mezzo e punto di riferimento per capire
quando si sta salendo, quando si arriva in cima, e quando si comincia a
scendere. La visione è tra le più belle della mia vita e penso abbia pochi
paragoni nel mondo, se non in altre metropoli più grandi che sono le uniche che
possano competere con tutte queste luci, come New York. Westminster con il Big
Ben e la Houses of Parliament si vedono benissimo, splendidamente illuminate, e
le strade trafficate danno un senso di movimento continuo e colorato delle luci.
La cosa più difficile ovviamente è riprendere tutto questo splendore, che non è
possibile spiegare a parole e non si può rendere nemmeno con una sola fotografia
(che però almeno può dare un'idea ed è un bel ricordo).
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/Ivan_Sgualdini/londra/mini-Westminster10.jpg)
Westminster
Fotografare poi risulta davvero difficile: primo perché è
buio totale intorno, il flash ovviamente non serve a nulla e di certo non si può
portare il cavalletto appresso; secondo perché la ruota, anche se lenta, si
muove; terzo perché i vetri della cabina sono pieni di riflessi delle luci
esterne e quarto, come se non bastasse, a ogni passo dei ragazzi che stanno con
me balla tutto. Con almeno un tempo di esposizione non inferiore ad un secondo,
bisogna sperare che in questo 'secondo' non succeda nulla e sperare di rimanere
fermi attaccati al vetro senza riflessi. Ho fatto un sacco di tentativi a vuoto
ma alla fine sono rimasto più che soddisfatto dei risultati finali.
Contentissimo di questa indimenticabile esperienza, torno da Stefania e
rientriamo all'ostello a rinfrescarci, per poi uscire a mangiare una tanto
desiderata pizza italiana da qualche parte. Spendiamo una cifra accettabile, per
essere a Londra, in un bel ristorante, anche se ovviamente sempre enormemente
più cara di una pizzeria italiana e non decisamente con la stessa qualità
29/01/2002 - Covent Garden; Madame Tussaud; Planetarium; British Museum
La prima meta di oggi è Covent Garden, famoso quartiere caratteristico per la
sua struttura adibita a mercatino con negozietti di ogni genere. Resto subito
colpito da un bravissimo artista che vagabonda all'interno di un salone
all'aperto, cantando canzoni liriche con una voce eccezionale e potente (senza
microfono, solo con la base musicale). Giriamo per vari negozietti,
soffermandoci nella sezione di articoli orientali e di vario genere, oggetti di
artigianato unici al mondo che costano una cifra! (un collezionista avrebbe
l'imbarazzo della scelta).
Pranziamo in un Pret a Manger, famosa catena di Fast Food, che scoprendo prima
ci avrebbe risparmiato tante sofferenze culinarie! Qua infatti si può scegliere
tra una vasta gamma di panini e tramezzini freschi di giornata, conditi con
ripieni succulenti, allo stesso prezzo della merce confezionata del market, e
prendere da bere la classica bibita o il mega-capuccino.Terminato il pasto e
ingerita la quotidiana dose di caffeina, visitiamo un'altra emozionante
attrazione di Londra: Madame Tussaud e il Planetarium, ovvero il museo delle
cere e il planetario. Optiamo per un biglietto unico per entrambi per
risparmiare qualcosa, anche se risulta comunque la cosa più cara pagata qua a
Londra.
Iniziamo con il Planetarium, entrando in una sorta di ambiente che ricostruisce
un'astronave alla Star Trek. Si arriva in una sala d'attesa che simula il lancio
della navetta, con tanto di rilassante voce femminile che informa sul tempo
mancante e così via, ma che alla fine altro non è che un modo per ingannare
l'attesa del prossimo spettacolo. Nel frattempo le attrattive non mancano: c'è
un chiosco spaziale, i modelli dei pianeti in formato gigante (Giove ha
un'altezza di circa 2 metri tanto per dare un'idea) e tutta la descrizione del
nostro sistema solare con le sue caratteristiche. Si accumula un po' di gente e
arriva finalmente il segnale 'di imbarco'; percorriamo un corridoio circolare
che sale su un lato dell'enorme cupola dove è riprodotto il planetario. La sala
è grande, ci sono molti posti e i migliori sono in fondo, proprio dove siamo
seduti noi. Bisogna stare con la testa completamente rivolta verso l'alto (viene
un po' di torcicollo) però lo spettacolo è abbastanza
'spaziale'! Si parte a
bordo di un'astronave, si viaggia per i vari pianeti del sistema solare, per poi
uscire anche un po' dalla galassia e dare uno sguardo intorno all'universo. Il
tutto è proiettato in modo gigantesco nell'enorme cupola e dura poco più di
mezzora, risultando particolarmente interessante per un appassionato di
astronomia come me.
Terminato il viaggio spaziale entriamo da Madame Tussaud, il più che famoso
museo delle cere di Londra. All'ingresso la prima perfetta cera, Pierce Brosman
nei panni di James Bond, il mitico agente 007, attende per fare una foto (a
pagamento) con i turisti. Si passa poi in un salone con attori e personaggi
famosi di ogni genere, da Scean Connery, a Nicolas Cage, ad Antony Hopkins, a
Steven Spielberg, al mitico Swarzy, alla leggendaria Marylin. Incredibile la
scena in cui aspettiamo a fare la foto con Swarzy, convinti che una finta
fotografa lo stia fotografando prima di noi; dopo qualche minuto realizziamo che
è una statua come le altre, una ragazza qualunque, messa lì apposta per
imbrogliare i turisti! E' fatta benissimo, assolutamente perfetta come molti
altri personaggi (non tutti ma la maggior parte), anche se purtroppo le foto che
scattiamo non rendono bene perché il flash riflette la luce della cera e mostra
la 'finzione' del personaggio.
Un'altra sala espone invece personaggi sportivi molto famosi e un'altra ancora,
immensa, è dedicata a tempi meno recenti. All'entrata colpisce il fatto che fra
tutte le persone, in un ambiente così ampio, non si riesce a distinguere il vero
turista dalla statua che finge di parlare con il vicino! Sicuramente anche le
luci contribuiscono ad ingannare la vista, però è veramente buffo! Nel salone ci
sono moltissimi personaggi storici famosi, artisti e politici, provenienti da
tutte le epoche fino ai giorni nostri, compresa Madame Tussaud in persona. E in
fondo alla stanza, ovviamente, non può mancare posta su un apposito palco la
famiglia reale inglese. Un'altra brutta figura è scampata per un pelo di fronte
ad un comune tavolino della sala ristorazione, dove Gerarde Depardieu siede
tranquillamente per 'parlare' con i turisti
le inventano proprio tutte!
Proseguendo oltre si passa alla sala delle torture, poiché Madame Tussaud era
stata incaricata di riprodurre, a suo tempo, alcune vittime celebri da
giustiziare. Francamente questo tratto fa molta più impressione e paura del
London Dungeon, anche se ovviamente è molto più breve: le statue riprodotte sono
quasi umane e le torture non sono certo una barzelletta. Anche qui le luci e
l'odore sgradevole contribuiscono pesantemente a 'sentire' un'atmosfera tetra e
una tremenda aria di morte.
Terminato l'orrore si arriva in un corridoio dove viene mostrato il processo di
lavorazione delle cere, con esempi di progettazione e realizzazione di vari
modelli. In particolare sono rappresentati gli stadi di Ellen McPherson, la
famosa modella soprannominata The Body, dall'inizio alla fine, che risulta
incredibilmente perfetta (anche da cera!).
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/Ivan_Sgualdini/londra/mini-madameT01.jpg)
Ultima attrazione, e forse anche la più bella, è rappresentata da un simpatico e
divertente giro sopra un vagoncino che mostra la gloria di Londra e degli
inglesi con un pizzico di nazionalismo sfegatato, in un turbine di colori,
musica e allegria che lasciano il buon umore.
Per completare il tour si entra infine nel solito shop dedicato ai souvenir,
anche questo caratterizzato da una bellissima cera della Bella addormentata nel
Bosco, che addirittura, tramite particolari meccanismi, respira proprio come un
essere umano!
Usciti dal Madame Tussaud siamo ancora in tempo per visitare un'altra
immancabile tappa di Londra: il British Museum.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/Ivan_Sgualdini/londra/mini-British.jpg)
British Museum
Arriviamo alle 16:00 passate e riusciamo a dare solo una
veloce occhiata a questo gigantesco museo che richiederebbe settimane per essere
visto in modo approfondito. Al classico ingresso storico con colonnato ed un
enorme statua all'esterno raffigurante un viso, si contrappone all'interno una
struttura completamente nuova, appena ristrutturata. Sembra di entrare in una
gigantesca piazza, dove al centro c'è una bellissima e spettacolare libreria e
ai lati un enorme corridoio circolare che conduce alle varie sezioni del British:
da quella greco-romana, a quella egiziana, a quella orientale, e così via.
Colpisce in modo particolare l'enorme altissimo 'tetto' azzurro che rende tutta
la struttura coperta.
Avendo ben poco tempo per visitare questo pilastro di storia, dedichiamo i
nostri preziosi minuti principalmente alla sezione egiziana, spostandoci poi
velocemente verso quella romana e quella orientale. Il tutto è minuziosamente
esposto con cura e con relative descrizioni, anche se l'impatto è più
tipicamente da 'museo classico' e non così spettacolare e alternativo come
quello del Natural History.
Terminata la visita al British, passeggiamo per le affollate e illuminate strade
di Londra tornando all'ostello stanchissimi. Siamo ormai quasi abituati a questa
specie di stanza-ripostiglio che ci hanno rifilato, con un bel televisore rotto
e un tettuccio impolverato, dove almeno si può riuscire a dormire anche se male
e stretti in quei piccoli letti a castello. Ma la sventura per essere tale deve
essere completa e così, in piena notte, siamo svegliati di soprassalto alle
cinque del mattino da una sirena fortissima, qualche sorta di allarme
antincendio fatto scattare per sbaglio, come ci è stato riferito la mattina
successiva, da qualche ubriaco rientrato tardi
quale pessima idea alloggiare in
un ostello a Londra!!
30/01/2002 - Camden Town; Regent's Park; Sir Jhon Soanes Museum; mostra 'Wild
photographer 2001'; Harrods
Per completare il panorama alle visite dei mercatini più rinomati di Londra dopo
Portobello Road e Covent Garden, visitiamo oggi Camden Town. E' un quartiere un
po' più lontano dal centro città, verso nord, completamente diverso da tutti gli
altri visti fin d'ora. E' questo il bello delle metropoli: capita di scendere ad
una fermata del metro qualunque e sembra di essere in un'altra città! Le strade
e gli isolati sono davvero suggestivi a Camden. E' un susseguirsi di negozi, uno
più particolare dell'altro, specializzati solo in determinati articoli: dal
negozio metallaro, a quello dei jeans, del piercing, degli abiti strani o
all'ultimo grido della moda e degli oggetti particolari provenienti da ogni
parte del mondo. Ci sono in particolare parecchi negozi di articoli di macchine
fotografiche, con pezzi d'antiquariato di ogni genere: una vera chicca per un
intenditore di fotografia. E molti shop, oltre la classica insegna, hanno nella
facciata della propria palazzina un gigantesco 'oggetto' che ne fa capire la
tipologia: ad esempio, un enorme teschio, un aereo in verticale, un plastico con
enormi jeans, e così via. E' divertente anche scattargli fotografie. L'influenza
orientale è molto forte, considerata la continua frequenza di piccoli ristoranti
cinesi e indiani, presenti comunque in tutta Londra, ma qui a Camden Town in
maniera ossessiva. L'atmosfera in sé è singolare e sembra di essere in uno di
quei film che ritraggono gli angoli più remoti delle città, con i venditori
ambulanti nascosti persino nei vicoli bui e cupi dei quali non si ha la minima
idea di dove vadano a finire, con quel forte grigiore dovuto al nero del fumo,
dell'inquinamento, della trascuratezza delle strade e delle abitazioni al limite
della decadenza e della sporcizia, con i pittoreschi graffiti colorati incisi
nei muri da gente strana vestita in modo trasandato.
Trascorriamo la mattinata a passeggiare per Camden Town e poi prendiamo il metro
per andare a mangiare in un Pret a Manger, dopodiché entriamo in uno dei più
grandi parchi di Londra: il Regent's Park. Questo è il parco più bello che vedo,
sterminato nei suoi lunghissimi e rettilinei sentieri circondati dai classici
prati all'inglese, ma molto vario all'interno soprattutto nella zona del Queen's
Mary Circle, un angolo di paradiso con fontane, laghetti, giochi di siepi e
fiori curati nei minimi particolari, e anche un bel roseto che deve essere uno
splendore in primavera (purtroppo adesso a gennaio ci sono solo i gambi
piantati). La visione più bella è quella di un isolotto raggiungibile con dei
ponti ad arco in legno, dove le uniche persone che vediamo sono una signora che
lancia da mangiare a decine di papere, una studentessa che legge in assoluta
tranquillità un libro tra gli uccellini e gli scoiattoli, e qualche sportivo che
sporadicamente passa di corsa mentre si allena con un po' di jogging. La città
si è allontanata anni luce e non è più visibile un solo segno di civiltà nemmeno
all'orizzonte; il rumore del traffico e l'inquinamento non esistono più, lo
stress da metropoli svanito e l'affollamento delle persone dileguato
possibile
che in una città di milioni di persone soltanto un paio si siano accorte che
questo è il paradiso? Evidentemente sì, anche questa è Londra!
Verso l'uscita del parco assistiamo ad un buffo episodio di una sfilata di cani.
Qui a Londra portare il cane a passeggio non è solo una necessità che dà lavoro
ai dog-sitter: è un culto, una moda, un modo come un altro per distinguersi,
vantarsi del proprio adorato animale. E questo vuol dire che non si può avere un
comunissimo cagnolino qualunque, bisogna trovarne uno diverso dagli altri e,
possibilmente, più bello e vistoso! Queste ovviamente sono le mie considerazioni
finali, ma sto estremizzando per venire a capo del fatto che i cani sono tutti
uno più bello dell'altro, di razza pura, curatissimi nella forma e
nell'acconciatura del pelo: sembrano pupazzetti usciti da un negozio di peluche.
I padroni camminano fierissimi con questo loro più che bel 'bambolotto',
compreso il dog sitter che ne porta a spasso sette alla volta! (una scena
esilarante dei parchi di Londra
)
Dopo aver attraversato tutto il parco visitiamo il Sir Jhon Soanes Museum,
antica e particolare abitazione diventata oggi muse,o ricco di oggetti
collezionati dal signore a cui apparteneva e che ne dà il nome e che è stato uno
dei più grandi architetti nella storia di Londra, progettando importanti opere e
strutture. Nella sua casa, che ha delle bellissime rifiniture, si trova di
tutto: da statue a dipinti a opere d'arte di vario genere.
La visita dura un'oretta e poi, visto che sono ancora le 16:00, torniamo di
corsa nuovamente al Natural History Museum dove non vogliamo assolutamente
perdere la mostra fotografica allestita questi giorni intitolata 'Wild
photographer 2001', riguardante gli scatti dei fotografi più bravi al mondo che
hanno ripreso come soggetti animali nei loro ambienti naturali più aspri e
selvaggi. Con nostra sorpresa entriamo anche gratis, poiché a Londra vige la
regola che dopo le 16:30, in genere, non si paga più il biglietto per i musei
(ma non pensavamo valesse anche per le mostre di questo genere). Inutile dire
che lo spettacolo è a dir poco superlativo! Le foto sono tantissime, una più
bella dell'altra, con descrizione a lato della tecnica, dell'obiettivo e della
macchina fotografica usata con i relativi parametri impostati. C'è anche il
commento del fotografo autore della foto. I soggetti variano dagli orsi polari,
alle scimmie, alle tigri, agli squali, ripresi un po' ovunque nelle varie parti
del mondo nel loro habitat naturale. La foto vincitrice è quella di uno squalo,
con l'immagine di un sub illuminato in controluce dai raggi solari della
superficie: fantastica! Il mio entusiasmo è tale che non posso fare a meno di
comprare, all'uscita, il libro con le foto della mostra e la storia dei relativi
fotografi, autori di questi capolavori.
Intanto ci rendiamo improvvisamente conto che il viaggio a Londra termina oggi,
e non abbiamo ancora comprato alcun regalo o souvenir da portare a casa.
Prendiamo quindi il metro per raggiungere il famoso centro commerciale 'Harrods',
vera istituzione per lo shopping a Londra: un palazzo sfarzosamente illuminato e
lussuoso, con tanto di personale addetto ad aprire le porte per far entrare i
clienti, scale mobili modernissime e negozi di ogni genere. Tutto ciò fa capire
che Harrods non è certamente un posto per lo shopping economico... E i prezzi lo
confermano, potendosi limitare la maggior parte delle volte solamente a
guardare! Almeno nel reparto degli alimentari si può fare un pensierino per le
confezioni più svariate di ogni singolo gusto dei centinaia di thé esistenti e
dolcetti inglesi.
Ci spostiamo per uno shopping più a portata di mano verso il Trocadero, dove
acquistiamo una gran quantità di oggetti di ogni tipo: da un salvadanaio a forma
di cabina telefonica, alle calamite a forma di bus, al classico soprammobile a
forma di sfera con i monumenti tipici di Londra all'interno e la neve (quando lo
si rovescia), e immancabilmente qualche confezione di scatola da thé dai diversi
gusti. Adesso posso dire di essere stato a Londra
.
Anche la sera vogliamo concludere in bellezza festeggiando nel migliore dei modi
il nostro viaggio a Londra insieme alla nostra amica Silvia. Scegliamo una
pizzeria italiana dal caratteristico nome 'da Signor Marco', dove mangiamo molto
bene e assistiamo ad una festa di compleanno, con tanto di musica dal vivo e
palloncini colorati.
31/01/2002 - Rientro
L'unica gioia nella conclusione di questo viaggio è lasciare finalmente lo
squallido ostello per andare alla stazione e prendere lo Stansted-Express per
l'aeroporto, dove ci attende il volo Ryan Air per Alghero.
E' stata una settimana davvero intensa ma, superfluo dirlo, assolutamente
insufficiente per una metropoli come Londra, che richiede non meno di due
settimane per visitare bene le cose principali e almeno un po' dei dintorni che
sicuramente meritano una menzione come Hampton Court, i Kew Gardens e altro
ancora.
Lascio questa affascinante città comunque soddisfatto, nella convinzione di aver
sostenuto un ritmo davvero forsennato nell'impegnarmi a recepire ed imparare
quanto più possibile e nella speranza che un giorno tornerò ad approfondire
meglio le cose non viste!
Testo e foto di Ivan Sgualdini
www.ivanweb.net
|