Saluti, complimenti ed un arrivederci di cuore più mille raccomandazioni.

Sulla pista che da Skorovodino ci porta in Yakuzia si suda per la tensione. La lastra di ghiaccio è micidiale, i kamaz, i famosi camion russi, corrono come pazzi sui 100 km all’ora, non capisco come fanno anche se spesso incontriamo qualcuno fuori pista ma loro, i camionisti, ridono. Le  temperature verso la tundra scendono man mano che si sale, meno 20 meno 25 meno 35.

Scendiamo dalla macchina per fotografare, filmare e così per tutto il giorno per tutto il giorno: inevitabile che il giorno dopo qualcuno abbia febbre, mal di testa e brividi come nel mio caso.

Arriviamo in un piccolo villaggio di solo otto case: ho un gran freddo. Busso ad un’isba, tipica casetta russa, mi apre una nonnina alla quale chiedo un po’ di the e spiego con il mio russo elementare che devo prendere una medicina. Senza batter cenno la nonnina mi fa entrare e mi fa sistemare vicino alla stufa: un momento magico, avevo proprio bisogno di calore.

La nonnina mi fa capire che la pastiglia, un antibiotico, serve a poco a queste  latitudini, taglia una fetta di lardo, scalda della vodka in una pentolaccia nera di “storia” e prende un cucchiaio di pepe, ripeto un cucchiaio di pepe, e mi dice: “mangia il lardo e poi bevi velocemente questa vodka con il pepe”. Ma sono le 9 di mattina se bevo vado in tilt! niente da fare, mangio il  lardo e poi con tre sorsi bevo la vodka che sa di pepe ...... una bomba a dir poco una bomba, sento lo stomaco restringersi, resisto al conato di vomito e mi siedo, adesso ho caldo, troppo caldo..... L’agonia dura15 minuti, non ci crederete e non ci credevo ma quella miscela esplosiva mi ha rigenerato: un vero  miracolo.

Sorrido e la vecchietta, rigorosamente a braccia scoperte,  mi dice che queste sono medicine, non quelle porcherie che vi portate in valigia; dico di si, logicamente, non si sa mai che mi dia un’altra sua medicina.

La saluto caramente e mi dice che se anche i miei amici vogliono provare, basta bussare alla sua porta. Porto  il messaggio e racconto l’accaduto .... scappano e sono pronti per partire con le loro medicine.

Io con la mia vodka mi metto al volante, per fortuna non c’è traffico.

Si va sempre a nord e  intanto la temperatura scende.

Storie siberiane, dove il tempo non conta, ma il sorriso di queste persone ti prende dentro.

Diario di viaggio dalla Siberia di Adalberto Buzzin

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