Il Tourist Trophy dell'Isola di Man, la Corsa delle Corse, la
più difficile, la più affascinante.....'The Ultimate Challenge' l'ultima sfida
come amano definirla gli esperti anglosassoni. Questa leggendaria competizione
si svolge su di un tracciato stradale sull'Isola di Man, un fazzoletto di 588 km
quadrati a metà strada tra Inghilterra e Irlanda, nel bel mezzo del Mare
d'Irlanda.
La scelta dell'Isola di Man quale teatro di questa competizione fu
dettata dal fatto che ad inizio secolo in Inghilterra, ed in gran parte delle
nazioni europee, erano vietate le Competizioni su strada; gli inglesi non
volevano certamente perdere un occasione per ribadire la superiorità tecnica
delle loro motociclette e scelsero proprio l'Isola di Man la quale, grazie al
proprio Governatorato autonomo, godeva di ampie facoltà che le permettevano di
emanare un decreto di chiusura delle pubbliche strade per il passaggio di
Competizioni motociclistiche analogamente a quanto già veniva fatto per le Auto
con il Gordon Bennet Car Trial del 1904.
Così il 28 Maggio 1907 dalla località di St John partì il Tourist Trophy con un
tracciato a forma triangolare che toccava le località di Ballacraine, Kirk
Michael tornando a St John attraversando l'abitato di Peel per un totale di
circa 15 miglia. Dopo le prime edizioni utilizzando questo tracciato,
parallelamente con la crescita prestazionale delle motociclette, il tracciato
venne ampliato e, dal 1911 venne adottato il tracciato definito Mountain, per il
passaggio sino alle pendici del Monte Snaefell, avente la lunghezza di 37,73
miglia.
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Da quel giorno il tracciato Mountain Course è diventato il tracciato ufficiale
del TT - con la sola eccezione delle classi Ultra Lightweight 125cc, Lightweight
250cc e Sidecar le quali per motivi di 'affidabilità', nel periodo dal 1954 al
1959 compresi, vennero dirottate in un circuito più corto, e meno stressante per
le meccaniche, chiamato Clypse dalla lunghezza di 10,79 miglia.
Ben presto l'eco di questa dura competizione varca i confini nazionali e
moltissime case motociclistiche iniziarono ad interessarsi a questa gara
iscrivendo le loro macchine ufficiali affidandole ai migliori piloti
disponibili. I piloti italiani fecero le loro prime apparizioni negli anni '20,
e il primo pilota nostrano a classificarsi al TT fu Achille Varzi in sella ad
una DOT nel 1924.
La prima casa italiana ad espugnare la roccaforte dell'Isola di Man fu la Moto
Guzzi che nel 1935 per opera dell'asso irlandese Stanley Wood si aggiudicò le
classi Lightweight TT con la 250 monocilindrica e SeniorTT con la 500
bicilindrica e, due anni più tardi la 250 bissò il successo condotta da un
pilota italiano, tal Tommaso Tenni detto Omobono; Tenni lasciò attoniti sia gli
avversari che gli spettatori per i risultati e per il suo funambolico stile di
guida......la più autorevole Rivista inglese Motor Cycle dedicandogli la
copertina con una bellissima foto scattata a Windy Corner sintetizzò lo stile
spericolato di Omobono con la disascalia: 'Notizie da tutto il percorso
dicono che Tenni sta curvando con un pazzo abbandono che lascia seri dubbi circa
il suo finire in un pezzo solo'.
Evidentemente gli inglesi avevano poca fiducia in quel piccoletto pilota
italiano ma.....dovettero ricredersi e impararono ben presto a rispettarlo e ad
amarlo soprannominandolo 'il diavolo nero'.
Dopo l'interruzione dovuta al secondo conflitto mondiale il TT riprese il suo
cammino destando sempre più interesse, ormai tutte le case schierate nelle
competizioni internazionali facevano a gara per prendervi parte e, agli inizi
degli anni '50, quando venne istituito dalla FIM - Federazione Internazionale de
Motocyclisme - il Campionato Mondiale Grand Prix, il Tourist Trophy divenne la
prova più importante.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/moto/Tourist%20Trophy/penna.jpg)
All'epoca i massimi esperti decretarono che il limite assolutamente invalicabile
era fissato in 100 miglia orarie di media sul giro, secondo loro nessuno avrebbe
superato queste fatidiche 100 miglia di media.......il primo pilota che li
convinse a suon di risultati che la loro predizione era errata fu l'asso
scozzese Robert 'Bob' McIntyre il quale nel 1957 - anno del Golden Giubilee, il
cinquantennario del TT - superò questo limite nella gara Senior TT con il tempo
di 22.23.2 a 101.12 miglia orarie di media in sella alla Gilera 500 a quattro
cilindri, da notare che in quella stessa gara il podio fu monopolizzato dalle
marche italiane con una MV al secondo posto guidata da John Surtees, un altra
Gilera condotta da R. Brown al terzo, mentre la bellissima Moto Guzzi Guzzi a 8
cilindri si classificò al quarto posto condotta da Richard Dale.
Quella fu una delle ultime apparizioni ufficiali di Guzzi e Gilera le quali,
alla fine della stagione agonistica 1957, insieme alla Mondial si ritirarono
definitivamente dalle corse.
Il TT continuò il suo cammino destando sempre più interesse e attirando anche le
neonate industrie nipponiche, non a caso Soichiro Honda mandò per alcuni anni i
propri ispettori in avanscoperta proprio sull'Isola di Man per vedere come si
svolgeva questa dura e selettiva competizione perciò, quando decise di scendere
ufficialmente in campo....si presentò direttamente al TT affermando che 'se
una motocicletta da corsa va bene al TT deve andare bene dappertutto perchè non
esiste banco di prova più severo'. Da allora il TT è nel DNA della casa
dell'ala dorata e la Honda è una della marche più vittoriose di sempre.
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Arcibalb ad Union Mills
Operazioni ai Box
Le marche italiane vinsero moltissimo al TT con la MV Agusta in vetta con 34
successi, la Moto Guzzi con 11, la Ducati con 8, Mondial, Gilera e Benelli con 3
e Aermacchi con 1 vittoria. Anche i Piloti italiani seppero farsi valere con
moltissimi successi di Giacomo Agostini con 10 vittorie, Carlo Ubbiali con 5
vittorie e primo pilota non inglese a trionfare sia sul tracciato Clypse che sul
Mountain, Tarquinio Provini con 4 vittorie e Dario Ambrosini e Omobono Tenni con
una vittoria a testa.
Questo magico periodo, soprannominato "The Golden Era", si interruppe
bruscamente nel 1972 a seguito del tragico incidente occorso a Gilberto
Parlotti, sino a quel momento leader della classifica mondiale della 125 in
sella alla Morbidelli, che provocò lo sciopero di molti top drivers che,
capitanati da Giacomo Agostini, molto amico di Parlotti, i quali richiesero di
eliminare il TT e altre competizioni stradali per l'eccessiva pericolosità
dovuta anche al considerevole aumento prestazionale delle moto.
Da quell'anno moltissimi Piloti seguitarono a boicottare il TT, a cui rimase lo
status conferitole dalla FIM quale prova titolata per il Campionato Mondiale
Velocità fino al 1976. Dall'anno successivo il TT venne estromesso dal
Campionato Mondiale GP per essere inserito nel neonato Campionato Mondiale
Formula Tourist Trophy.
Da quel lontano 1977 chi sceglie di prendere parte al Tourist Trophy lo fa solo
ed esclusivamente seguendo la propria volontà senza alcuna forzatura imposta da
vincoli contrattuali o necessità di raccogliere punti per il Campionato. Non
sono pochi i Campioni che non hanno saputo resistere alle tentazioni di tornare
su quella magica isoletta dove nascono gatti senza coda, popolata di folletti,
per correre nuovamente su quel magico tracciato denominato Mountain Course.
Il più eclatante ritorno fu quello di Mike Hailwood nel 1978, dopo ben 11
anni dal ritiro dalle competizioni - inframezzati da un titolo europeo di
Formula 2 e un gravissimo incidente al Nurburgring alla guida della McLaren di
F1- il grande Mike The Bike tornò al TT in sella ad una Ducati 900 preparata
dalla NCR di Bologna e assistita dalla SportMotorCycle trionfò nella gara della
Formula 1 mettendo in riga un avversario del calibro di Phil Read in sella ad
una strapotente Honda ufficiale.
Il grande Mike si ripetè l'anno successivo in sella alla Suzuki RGA 500 XR22 del
Team Heron vincendo la Senior TT portando il numero di vittorie personali a 14.
L'attrazione che esercita il TT è da sempre molto grande e molti Campioni, pur
criticandolo per quanto concerne l'aspetto relativo alla sicurezza, non possono
negare questo grandissimo fascino, primo tra tutti il più grande di tutti,
Giacomo Agostini, il quale ha da sempre affermato che le sensazioni che un
pilota prova guidando sul Mountain sono grandi ed irripetibili!!!
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/moto/Tourist%20Trophy/tuono60.jpg)
Giorgio Cantalupo
Negli ultimi anni questa gara sta attraversando una fase di
profondo e necessario cambiamento improntato verso la sicurezza, ad esempio, in
caso di meteo inclemente le gare vengono posticipate o rinviate al giorno
successivo, in moltissimi punti del tracciato gli ostacoli vengono protetti con
gli air fences, vengono effettuate dagli Organizzatori delle selezioni in base
al curriculum sportivo dei candidati per evitare che qualche esordiente
sprovveduto tenti, armato sicuramente da tantissima passione ma non della
necessaria preparazione, di dare l'assalto alla roccaforte del Mountain senza le
dovute caratteristiche attitudinali.
Gli Organizzatori sono fortemente impegnati su questi fronti con massicci
investimenti sia a livello finanziario che di risorse umane ma sono anche bene
attenti al rinnovare mantenendo le tradizioni e soprattutto sono molto attenti
nel cercare di dare un futuro al TT, basti pensare che nel Febbraio 2004 i due
Enti organizzatori la MMCC -Manx Motor Cycle Club - e l'Isle of Man Department
of Tourism and Leisure, in collaborazione con la Federazione inglese Auto Cycle
Union hanno firmato un protocollo d'intesa con validità venticinquennale dove si
impegnano a organizzare il Tourist Trophy Races fino al Dicembre 2029 con la
possibilità di esercitare tre opzioni da 25 anni ciascuna!!Praticamente in poche
ore hanno restituito un secolo di vita a questa storica gara, soprattutto per
mettere a tacere i 'rumors' falsi e privi di qualsiasi fondamento che da molti
anni circolano nell'ambiente secondo i quali il TT 2007 doveva essere l'ultimo.
Questo erano e sono ancora in tanti a crederlo e a scriverlo, alcuni di loro
sono anche molto autorevoli e convinti....senza considerare che 'fisicamente' il
TT potrebbe sparire al manifestarsi di due soli eventi: Il primo che il
Governatore non firmasse il decreto di chiusura strade -e mi pare assai
improbabile - mentre il secondo sarebbe quello dell'ammutinamento ovvero che
nessun pilota ci voglia più andare a correre.....ebbene quella di quest'anno,
nonostante i rigidissimi criteri di selezione imposti dalle Federazioni e dagli
Organizzatori quest'anno sarà il ventesimo anno consecutivo dove l'oversubscription
- il sovraffollamento - degli iscritti supera i cento piloti esclusi nonostante
i piloti ammessi siano 85 per ogni gara.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/moto/Tourist%20Trophy/salto.jpg)
Yarman a Ballaugh bridge
Da qualche anno il TT è in compagnia della Dakar- un altra
gara estrema e dal grandissimo fascino - nel mirino di benpensanti, moralisti e
qualche giornalista che puntualmente, in modo ipocrita e cinico, in nome di
chissà quale ragione o obiettivo, si divertono a criticare queste gare chiedendo
a gran voce l'abolizione dimenticandosi completamente che coloro i quali
decidono di correre in queste gare lo fanno, si a loro proprio rischio e
pericolo e in piena consapevolezza, ma in piena ed assoluta libertà, la stessa
libertà che viene da sempre reclamata a gran voce nella vita di tutti i giorni
ed è fondamento della democrazia e grande spinta per la propria realizzazione e
il raggiungimento dei traguardi non solo sportivi di ogni individuo e questo è
un diritto sacrosanto che nessuno si deve permettere di negare ad altri.
Il TT da sempre pone gli appassionati e l'opinione pubblica di fronte ad un
bivio, una scelta drastica: o lo si ama o lo si odia, non esistono mezze misure,
fin qui nulla da eccepire, le persone civili accettano le idee di tutti ma
possono, e ne hanno tutti i diritti, non condividerne qualcuna. Semmai, secondo
il mio punto di vista, il problema è un altro, molto più subdolo e si nasconde
dietro l'ipocrisia di certi atteggiamenti soprattutto di alcuni organi
informativi, di settore e non solo, molto famosi e blasonati i quali, parecchi
lustri orsono, hanno inscenato una sorta di embargo informativo , con
atteggiamenti discutibili ed altamente irrispettosi nei confronti degli ultimi
incidenti occorsi in gare del TT, trincerandosi dietro alla motivazione di non
volerne più parlare 'per non alimentare questa carneficina e questa corsa
anacronistica e stupida' per poi tornare prepotentemente in scena dando ampi
spazi alle cronache degli incidenti, ma solo a quelle e non alle cronache delle
gare come magari gli appassionati si aspettavano.
Oggi quegli stessi blasonati giornali hanno ripreso a scrivere del TT, spinti
forse dalle continue richieste degli appassionati che reclamano il
diritto-dovere di cronaca o forse spronati dagli spazi che qualche rivista
concorrente concede in maniera un pochino meno forzata ma decisamente più leale
e spontanea. Poco importa quale sia la motivazione di questo ritorno certamente
non hanno cambiato la loro linea di pensiero e rimangono appostati in attesa e
saranno pronti a riempire pagine dei loro blasonati giornali con cronaca tutt'altro
che sportiva per scrivere...... 'noi l'avevamo detto che sarebbe successo, basta
adesso è ora di smettere' senza considerare minimamente che ognuno di noi è e
deve essere libero di fare consapevolmente ciò che vuole a patto di non recare
danni ad altri. Questa è ipocrisia e non certo sportività e rispetto delle
altrui libertà.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/moto/Tourist%20Trophy/Glen_Helen1.jpg)
Britton a Glen Helen
Non è bello fare dei paragoni ma perchè nessuno si è mai
sognato di intentare una crociata contro quanti vanno in montagna.......ebbene,
statistiche alla mano, solo in territorio italiano negli ultimi 15 anni si sono
verificati oltre 500 incidenti dei quali purtroppo 300 con esiti fatali. Perchè
nessun benpensante moralista non richiede la chiusura delle montagne proibendone
l'accesso, ma tanti chiedono di far smettere il TT e la Dakar?
Da parecchi anni ormai il TT è parte della mia vita e occupa molto del mio tempo
libero, dapprima in qualità di responsabile nazionale per il TT Supporters Club
http://www.ttsupportersitaly.com.
Il TT Supporters Club investe la quasi totalità dei proventi derivanti dai
tesseramenti e dalla vendita di merchandising per l'acquisto di barriere
protettive air fences da posizionare lungo il tracciato e contribuisce in
maniera sostanziale al pagamento dei canoni di locazione degli elicotteri che
prestano soccorso nel periodo del TT Forthnight. Poi con il passare del tempo mi
sono messo a disposizione della FIM, della ACU e della MMCC in qualità di
referente per i piloti italiani e, in qualità di fiduciario, della Mike Hailwood
Foundation - un Associazione che ha il compito di aiutare i giovani piloti che
vogliono esordire al TT e al Manx GP offrendo loro un breve ma intenso training
teorico e pratico sull'Isola di Man dove verranno affiancati a piloti esperti
che avranno il compito di far loro scoprire i segreti e le insidie del Mountain
Course -.
Sono fermamente convinto che il TT e le altre famose Road Races dureranno ancora
a lungo anche senza le mie difese, da parte mia farò comunque di tutto per
evitare che qualcuno, senza magari nemmeno conoscere più di tanto l'argomento,
ma solo per il gusto di proibire qualcosa in nome di qualche morale più o meno
occulta distrugga tutto cancellando cento anni di storia infangando la memoria
di quanti sono 'andati avanti' facendo quello che più desideravano esercitando
lo sport che avevano nel loro grande cuore.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/moto/Tourist%20Trophy/cottage2.jpg)
Grazie e lunga vita alle Road Races.
Clicca per vedere il
video della corsa.
Foto a cura di Marco Verderone.
Ringraziamo Pier Giuseppe Ortalda, lo staff di TT Supporter Club e vi invitiamo
a visitare il sito
http://www.ttsupportersitaly.com.
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