La
tristezza della guerra, la storia e la causa dell'affondamento, la straordinaria
bellezza del relitto e l'immersione, questo è ciò che cercherò di raccontarvi in
poche righe della Corvetta Italiana Gazzella...
...che il 5 agosto 1943 assieme alla Minerva in navigazione nel mar di Sardegna,
seguendo rotte costiere e diretta alla base della Maddalena, svolgeva attività
di caccia ai sommergibili nemici, quando, alle ore 05,08 minuti del mattino,
s'imbatteva in un tratto di mare minato qualche giorno prima da due posamine, al
largo di Castelsardo. In realtà il Gazzella non avrebbe dovuto transitare per
quella rotta, poiché ritenuta insicura. Affondò in 1 minuto.
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L'IMMERSIONE
Sera del 16 luglio 2008 ricevo una telefonata da Romano, titolare del Diving
Batrakos: 'ciao Mario, domani ci sei? le condizioni del mare consentono
l'immersione sul Gazzella' non me lo sono fatto dire due volte, cambio tutti i
piani del giorno dopo e preparo l'occorrente per l'immersione. Alle ore 8 anzi
con un po' di anticipo sono al diving che fa sede a Lu Bagnu, piccola località
balneare nei pressi di Castelsardo nella splendida cornice del Golfo
dell'Asinara.
Romano è già li dalle sette per preparare la configurazione trimix, non è un
grande esperto delle immersioni tecniche ma persona umile, appassionato D.I.R. e
come tale prepara la sua configurazione aiutato da Gianfranco esperto di questa
didattica e terzo compagno di immersione di oggi.
Romano prepara un 15+15, con un 15/40, 7 litri di ean 50 e 7 litri di O2,
Gianfranco impeccabile configurazione D.I.R. 12+12 con 16/40, 7 litri di ean 50
e 7 litri di O2 e 7 litri aria, io configurazione 'Mario', 12+12 con 20/10 circa
(residuo di un 15/40 e poi riempito con aria) 7 litri di ean 50 e 3 litri di O2,
per l'immersione ho previsto 25 minuti a -55.
Ore 9 siamo già in navigazione, la giornata è senza sole con leggero libeccio
che sembra rinforzare con il passare del tempo, balleremo al rientro.
Sono il primo ad entrare in acqua e prima di agganciare le bombole di fase do
uno sguardo alla cima dell'ancora che scende, la limpidezza dell'acqua è
spettacolare, poco dopo mi raggiungono i compagni d'immersione un cenno di OK ed
iniziamo la discesa, inaspettatamente dopo i 35 metri la trasparenza non è più
la stessa e l'ambiente diventa cupo come se volesse nascondere ai nostri occhi
la triste storia di questo relitto.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/Concorso_TravelReporter/054-S/image005.jpg)
Siamo ancorati sulla spaccatura che divide la prua 20 metri circa più avanti da
dove inizio subito l'esplorazione, il troncone di prua spaccato di netto
dall'esplosione si presenta inclinato su se stesso, nell'apertura si può
compiere una piccola penetrazione ma non ne vale la pena e poi abbiamo deciso di
non farlo, subito si mettono in bella mostra orgogliose delle loro dimensioni
tre aragoste ed una mustela, imponente si mostra il cannone da 100 mm. e
l'ancora ancora dentro l'occhio di cubia, proseguo dirigendomi verso la nave che
si presenta in perfetto assetto di navigazione e subito ho l'impressione di
entrare in simbiosi con la vita di bordo: le cucine con ancora le stoviglie in
ordine sugli scaffali, la sala carteggio, una brandina probabilmente quella del
comandante dove dormiva al momento dell'impatto, libri di bordo che mi astengo
nel toccare per la loro fragilità, bottiglie e tanti oggetti sparsi sul fondo.
Cambio ambiente e improvvisamente vedo immagini che mi portano alla triste
realtà, in fondo ad una stanza un cranio e da un altro oblò vedo una tibia tra
le lamiere, resti umani dei 100 poveri e sfortunati marinai incastrati nella
nave al momento dell'affondamento avvenuto in un istante, sembra che il tempo si
sia fermato in quei tragici momenti di 62 anni fa.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/Concorso_TravelReporter/054-S/image011.jpg)
Argano da carico, il fumaiolo, le due eliche, i due lanciasiluri armati con
siluri da 455 con gli ordigni ancora nel tubo di lancio pronti a partire, le
mitragliatrici che puntano verso il cielo che sembrano li pronte a difendere la
nave da un'incursione aerea non immaginando che la morte sarebbe arrivata dal
fondo, tutto questo si mostra ai mie occhi in perfetto stato di conservazione.
Penso di ritenermi una delle poche persone al mondo ad aver colto l'atmosfera
assolutamente unica di questo luogo poco conosciuto, il diving non ci porta
tutti, un po' per preservarlo il più integro possibile, un po' per le condizioni
del mare sempre poco favorevoli ed infine per la profondità non proprio
ricreativa. Ho fatto solo un'immersione sul Gazzella ma non è assolutamente
sufficiente, personalmente penso che ci vogliano più discese per placare la
curiosità e tutte le successive garantirebbero sempre delle sorprese.
Riemergo per primo, il mio run-time totale è più breve di 6 minuti.
Il mare stranamente calmo mi accoglie sulla sua superficie ed il sole mi scalda
il viso, in quei 6 minuti il mio pensiero corre giù da quella cima ai 100
marinai che qui persero la vita.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/Concorso_TravelReporter/054-S/image013.jpg)
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