Io e Alessandro siamo così: non amiamo i circuiti turistici
battuti dalla massa. Il ns. viaggio sogno? Il Vietnam con il suo pesante
fardello di storia recente e una cultura che affonda le radici nella notte dei
tempi. In attesa del Vietnam ci siamo regalati in questi giorni un bel weekend
tra romanticismo e storia itinerante tra i castelli e le nobili dimore del
Ducato di Piacenza e Parma.
Abbiamo trovato un comodo albergo, dall'ottima posizione perché a un chilometro
dall'uscita dell'autostrada, con un ampio parcheggio, a una distanza ragionevole
da tutte le nostre mete ma fuori dalle località turistiche più rinomate e quindi
con prezzi moderati. Punta di diamante di questo hotel è la prima colazione:
dolci e biscotti casalinghi, macedonia, yogourt e poi tutta la tavola del
salato: torte, panini, frittata, piadina. Io abbuffandomi di dolce, Alessandro
di salato, arrivavamo tranquillamente a sera con un frutto a pranzo. Camere
confortevoli, dotate di telefono, tv, frigobar, asciugacapelli e vasca
idromassaggio - wow! Il massimo dopo un'intera giornata in giro. Per chi volesse
vederne le foto:
www.hotel-novecento.it
Partiamo il venerdì sera, dopo il lavoro. Passiamo da casa a prendere le valige
e poi via. Una volta usciti da Treviso il traffico diventa scorrevole, persino
sulla famigerata A4. A Brescia centro prendiamo il raccordo con la A21 e in
40/45 minuti arriviamo all'uscita di Castelvetro. 5 minuti per raggiungere
l'albergo e finalmente ci sgranchiamo le gambe... beh, dai 2 ore e mezzo di
viaggio sono sopportabili. Entriamo, lasciamo i documenti a un simpatico
signore, saliamo in stanza a posare le cose: pulita, moderna, confortevole.
Scendiamo per la cena; non abbiamo voglia di riprendere in mano la macchina e
andiamo quindi a piedi in una pizzeria vicina. Il titolare però ci dice che a
Cremona hanno buoni ristoranti convenzionati. Ci andremo il sabato visto che il
centro dista solo 5 km; così cogliamo anche l'occasione per fare un giro per
qualche locale.
La mattina dopo ci alziamo di buon ora. Scopriamo mentre facciamo colazione che
il nostro albergo è convenzionato con il Castello di Gropparello: peccato non
abbiamo figli perché entrerebbero gratuitamente. Quel sabato lì però al Castello
si organizzava una cena a tema con animazione. Prenotazione obbligatoria, ahi!
Posti esauriti. Torneremo perché da come appare sul depliant non deve essere
male..
Infine partiamo. Prima tappa: Castell'Arquato. Situato nella verdissima
Val D'Arda, è una città dall'architettura medievale ed il suo cuore è la
Rocca Viscontea voluta da Luchino Visconti nel 1342. Nel corso della sua
storia la Rocca è stata di proprietà degli Scotti, di Filippo Visconti ed infine
degli Sforza fino al 1707, anno in cui Castell'Arquato venne inglobato nel
Ducato di Parma e Piacenza. L'edificio, tutto in laterizio, comprende due parti
collegate fra loro: un recinto inferiore di forma rettangolare, più ampio,
disposto su due gradoni e uno minore, posizionato più in alto. Sovrasta l'intero
complesso il mastio, un tempo isolato, perno della difesa urbana e del sistema
di sorveglianza dell'intera vallata. Della Rocca Viscontea sono visitabili i
cortili esterni, l'interno del mastio e il museo multimediale della vita
medievale. Usciti dalla Rocca facciamo un giretto per il borgo: i vicoli di
Castell'Arquato, costituiscono un' attrattiva turistica poco conosciuta ma di
sicuro interesse.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/GiadaConsoli/Castell'Arquato_Rocca.jpg)
Riprendiamo l'auto e, spostandoci in direzione del confine tra Piacenza e Parma,
in un quarto d'ora arriviamo a Vigoleno, un piccolo borgo arroccato sul
crinale che divide le valli dei torrenti Ongina e Stirone e circondato dal
Parco dello Stirone. È un borgo fortificato, esempio perfetto della logica
abitativa del medioevo, integro nelle strutture e ricco di testimonianze
storiche. Di forma ellissoidale, è racchiuso da imponenti ed integre mura
merlate, percorse interamente da un camminamento di ronda dal quale si ha
l'opportunità di ammirare un'eccezionale panoramica su tutta la Val Stirone. La
struttura urbana è dominata dal mastio quadrangolare, dotato di feritoie,
beccatelli e merli ghibellini. In questa possente torre è ospitato un percorso
informativo e fotografico sul borgo di Vigoleno e sulla sua architettura. Dal
mastio il camminamento di ronda conduce alla seconda torre del borgo, in
prossimità della quale sorge la parte più propriamente residenziale del
complesso fortificato. Oltrepassate le fortificazioni poste all'ingresso del
borgo si accede alla piazza, sulla quale prospetta l'oratorio della Madonna
delle Grazie.
In prossimità del circuito orientale delle mura si trova la Pieve di San
Giorgio, risalente come epoca di fondazione al secolo XII, uno degli esempi di
architettura romanica sacra più importanti del piacentino, con impianto a tre
navate e torre campanaria quadrangolare.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/GiadaConsoli/BorgoVigoleno.jpg)
Il Borgo medioevale di Vigoleno è certificato come uno dei "BORGHI
PIU' BELLI D'ITALIA" ed è insignito della Bandiera Arancione da parte del
Touring Club Italiano. Conclusa la visita al mastio, seguito il camminamento di
ronda ci godiamo un bel giro in pieno relax per i silenziosi vicoli del borgo,
ammirando un panorama sulla vallata sottostante da mozzare il fiato. Oh, davvero
romantica!!! Ad un bar prendiamo poi un panino da dividere e due bottigliette
d'acqua e, seduti sul bordo della fontana nella piazza antistante il mastio, ci
gustiamo il nostro pranzo. Ed eccoci così pronti a ripartire. Per motivi di
tempo, sempre tiranno, decidiamo di bypassare la vicina Salsomaggiore, e tornare
dalle parti del nostro albergo a visitare il vicino Castello di San Pietro e i
luoghi verdiani.
Il Castello di San Pietro in Cerro -
http://www.mimonline.it/
- è una struttura quattrocentesca: l'epigrafe murata nel cortile dell'edificio
dice che nel 1491 esso fu portato a termine 'ab fundamentis'. Nei secoli il
Castello non ha mai subito sostanziali modifiche e offre oggi una fedele e
preziosa testimonianza di dimora gentilizia quattrocentesca. Disposto su un
impianto rettangolare da cui emergono il mastio d'ingresso e due torrioni
rotondi collocati a difesa del lato nord, esso appare estremamente austero e
compatto, mentre all'interno si apre in un elegante corte quadrata a doppio
ordine di arcate. Danno respiro alla costruzione ampi spazi verdi, come il parco
alberato o il prato con i suoi sentieri originali che si apre a destra. Nel
sottotetto trova spazio il Mim - Museum In Motion -, collezione di oltre 400
opere tra quadri, sculture e disegni di maestri contemporanei, italiani e
stranieri, con una sezione dedicata ai pittori di Piacenza. Agli appassionati di
testi antichi comunichiamo poi che è consultabile su appuntamento - n° di
telefono: 0523 983711 - la biblioteca storica, ricca di 2000 volumi.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/GiadaConsoli/Castello20SanPietro.jpg)
Lasciamo San Pietro in Cerro e ci dirigiamo alla volta di Villanova sull'Arda
che è a un tiro di schioppo, per visitare la Villa di Giuseppe Verdi
situata, più precisamente, nella frazione di Sant'Agata.
La
casa è veramente ben conservata! E d'altronde è tutt'ora abitata dagli eredi del
Maestro, i Carrara Verdi. La parte visitabile della Villa, oltre il Parco, è
l'ala sud che un tempo ospitava le stanze private di Verdi e della moglie,
Giuseppina Strepponi, con gli arredi originali. Si entra nella camera di
Giuseppina Strepponi dove si trova il letto con baldacchino in stile genovese,
un reliquiario e un quadro, entrambi doni degli Asburgo al padre della Strepponi.
Davanti al letto si può ammirare il busto della Strepponi ritratta nel 1842 da
Tenerani. Dalla camera della Strepponi si passa allo spogliatoio dove si trovano
fra l'altro il piano usato da Verdi negli anni che vanno dalla composizione di
Rigoletto, 1851, a quella di Aida, 1871, il baule che il Maestro portò a San
Pietroburgo per la prima rappresentazione de La forza del destino. La camera da
letto di Verdi è senza dubbio il punto focale della visita a Villa Verdi: qui il
Maestro dormiva e lavorava, proprio allo scrittoio posto al centro della sala.
Sopra il pianoforte, è posto il celebre busto eseguito da Vincenzo Gemito a
Napoli nel 1872; in una teca sono conservati i guanti che Verdi usò per dirigere
la Messa da Requiem il 22 maggio 1874, in commemorazione di Alessandro Manzoni,
scrittore al quale era profondamente legato da stima e amicizia. Dopo la camera
del Maestro, lo studiolo, che conserva gli spartiti per canto e piano di tutte
le opere verdiane e di molti altri musicisti, pagine scritte da Verdi, documenti
relativi ai suoi incarichi politici, un disegno che raffigura Verdi mentre
dirige la prima dell'Aida all'Opéra di Parigi. In una teca sono conservati un
cilindro, la sciarpa di seta bianca e altri oggetti di uso personale del
Maestro. Infine la camera dell'Hotel et de Milan, l'albergo a pochi passi dal
Teatro alla Scala, dove Giuseppe Verdi spirò all'alba del 27 gennaio 1901. I
mobili originali sono stati successivamente trasportati a Villa Verdi e qui
disposti. Anche il parco vale ben la visita: si estende per oltre sei ettari e
conta più di 100 tipi di vegetazione, incluse piante rare, alcune delle quali
piantate dallo stesso Verdi. Nel parco si trova poi la tomba del cane maltese di
Verdi Lulu e sulla sua lapide il Maestro ha fatto incidere: 'In memoria di un
amico vero'. Vi si trovano poi la casa del ghiaccio, riempita con il ghiaccio
che si formava sul laghetto d'inverno e il sentiero dei Platani che Verdi amava
percorrere per rilassarsi, cercare ispirazione e ammirare il suo parco.
Nel tardo pomeriggio torniamo finalmente in hotel che rimane a una decina di
chilometri. Siamo stanchi morti, non sappiamo neanche se andare a cena a
Cremona come ci eravamo prefissati la sera prima. Ma la doccia e l'ora e
mezza stesi sul letto ci rigenera. Scendiamo nella hall e ci facciamo
consigliare sul ristorante. Decidiamo per la Trattoria il Bissone, definito
locale storico dalla Regione Lombardia. Effettivamente l'atmosfera sembra un po'
quella di una volta: le volte in pietra, un vecchio organo che il proprietario
ci dice essere stato suonato da Giuseppe Verdi in persona, la luce di lampade e
candele. Mangiamo benissimo! Io tagliatelle di riso nero con gamberetti; Ale
filetto allo scalogno e cognac. Non paghiamo poco ma usufruiamo del 10% di
sconto in quanto ospiti dell'Hotel Novecento. Senza spostare la macchina
facciamo un giro per il centro storico di Cremona. Carino, dall'architettura
medievale e poi i locali sono pieni di gente essendo sabato sera. Un bel centro
vivo; vediamo anche il Torrazzo, la torre con orologio astronomico più alta
d'Italia ( o d'Europa?). non troppo tardi torniamo in albergo. L'indomani
abbiamo ancora una bella levata.
Terminata la nostra abbondante e squisita colazione ripartiamo in direzione
della Val Trebbia dove ci aspetta il Castello di Rivalta.
In poco più di mezz'ora ci siamo, passando per una campagna davvero
affascinante, varia e suggestiva. Il Castello di Rivalta appartiene a tutt'oggi
ai Conti Zanardi Landi che lo posseggono da più o meno 7 secoli. È una sontuosa
residenza signorile, circondata da un magnifico parco, e si preannuncia dalla
strada con il profilo inconfondibile di uno svettante 'torresino'. Sono
visitabili il salone d'onore, la sala da pranzo, la cucina, le cantine, le
prigioni, le camere da letto, la torre, la sala delle armi, la galleria, la sala
del biliardo e il museo del costume militare.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/GiadaConsoli/CastelloRivalta.jpg)
In una mezz'oretta lasciamo la Val Trebbia e ci inoltriamo nella adiacente
Val Tidone per visitare a Pianello Val Tidone la Rocca d'Olgisio.
Incastonata nella roccia, a presidio delle valli dei torrenti Tidone e Chiarone,
la Rocca di Olgisio è una delle più antiche e suggestive rocche piacentine,
cinta da ben sei ordini di mura. Quando si è dentro al maniero, sembra di essere
fuori dal mondo, in una favola: a pianta irregolare vi si accede solodal lato
settentrionale attraverso una ripida e suggestiva strada. Il mastio è articolato
in vari locali intercomunicanti che terminano con un piccolo loggiato
cinquecentesco. Descrivere la Rocca d'Olgisio però non riesce a rendere la
medesima emozione che si prova di fronte a una simile meraviglia dell'opera
umana e alla bellezza circostante pensata dal divin creatore. Vi consiglio
quindi di ammirare coi vsotri occhi la Rocca d'Olgisio, dal vivo naturalmente,
ma anche dal sito ufficiale
http://www.roccadolgisio.it/Immagini/immagini.html
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/GiadaConsoli/Roccad'Ol.jpg)
Ci mettiamo infine sulla strada del ritorno, sulla quale ci attende l'ultima
tappa del nostro romantico viaggio: il Castello di Paderna a
Pontenure, a 13 km a sud-est di Piacenza. Il profilo austero, le solide
mura, un fossato ancora traboccante d'acqua riportano indietro nei secoli.
Documentato già agli inizi del nono secolo, nel 1453 il castello diventa
possesso della famiglia Marazzani di Rimini, antenati degli attuali proprietari,
i nobili Pettorelli. Nel '400 assume l'attuale conformazione di elegante
fortilizio, con ampia corte agricola, conservando la chiesa di Santa Maria,
pianta a croce greca e colonne di più antica origine, testimonianza
dell'originario 'castrum'. Oggi, residenza padronale, è azienda agricola
biologica, fattoria didattica e sede di importanti manifestazioni legate alla
coltivazione della terra, tra le quali la rassegna con il patrocinio del Fai di
piante, fiori e frutti dimenticati 'Frutti Antichi', il primo weekend di ottobre
- vedi
http://www.castellodipaderna.it/ La visita al Castello di Paderna si
presenta quindi poliedrica perché va dall'azienda agricola biologica al Museo
contadino agli ambienti del Castello vero e proprio - la Torre d'ingresso, la
Torre nell'acqua, per la presenza su 2 lati del fossato, la chiesa di Santa
Maria - fino allo sconfinato parco dove ci godiamo la quiete e la atemporalità
del luogo prima di rimetterci in viaggio infine alla volta di Treviso.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/GiadaConsoli/CastelloPaderna.jpg)
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