Sabato 12 agosto 2006 - Finalmente si parte! Dopo mesi di preparativi eccoci, all'alba del 12 di agosto, in partenza verso l'aeroporto di Malpensa, destinazione Baja California Sur.
E' ancora buio ed è appena piovuto, ai bordi della strada c'è
tanta grandine che sembra ap-pena nevicato. Un po' timorosi per quanto accaduto
negli aeroporti i due giorni antece-denti la nostra partenza (gli sventati
attentati negli aeroporti inglesi ad aerei diretti negli Usa), ci avviamo al
check-in dove in effetti ci viene proibito portare a bordo qualsiasi ba-gaglio a
mano. Conosciamo subito una coppia di Brescia che effettuerà lo stesso nostro
tragitto; saranno i primi di una lunga serie di italiani presenti in Baja
quest'anno. Armati soltanto dei nostri biglietti e passaporti si parte alla
volta di Zurigo (dove piove e ci sono 11°), scalo a Dallas (dove c'è sole, un
vento caldo ed almeno 40°), ed infine a San Josè del Cabo (arriviamo a tarda
sera ma fa ancora molto caldo). Controllo passaporti, ritiro bagagli - superiamo
con fortuna la roulette del semaforo 'verde/rosso' dei doganieri, ed eccoci
finalmente al rent a car presso l'aeroporto per il ritiro dell'auto prenotata
dall'Italia, una 'piccola' (a confronto con gli enormi 'carri' pick up e 4x4 in
circolazione) VW Pointer, che non ci ha mai tradito durante tutti i 3000 km. del
nostro viaggio. Arriviamo a Cabo San Lucas che è mezzanotte passata, per
le strade tanta gente, soprattutto macchinone che continuano a girare per la
città ad una velocità assurdamente lenta, la musica a tutto volume, due persone
solitamente sedute in auto e almeno 5 o 6 in piedi nella parte posteriore del
carro. Dopo un viaggio di oltre 24 ore raggiungiamo con gioia l'hotel Siesta
Suites, anche questo prenotato dall'Italia solo per la prima notte (costo € 50,
pulito, aria condizionata).
Domenica 13 - Il cielo è turchese, senza una nuvola e fa molto molto
caldo. Dopo una veloce visita alla zona della marina di Cabo San Lucas,
cominciamo la nostra risalita della penisola, con tappa prevista in serata a La
Paz. Decidiamo di non prendere la strada Mex 1, ma la Mex 19 che costeggia il
Pacifico. E' quasi mezzogiorno, decidiamo di fermarci per una cerveza al 'Rancho
Migrino' dove conosciamo Felix, il gestore, che ci pone molte do-mande ed è
molto interessato all'Italia ed alla nostra città; ci chiede subito il nostro
indirizzo mail - scopriremo con piacere durante il viaggio che molti
baja-californiani sono vogliosi ed orgogliosi di poter corrispondere con persone
di altri Paesi - ci prega di mandargli foto e promette di mandarci materiale per
invitare altre persone ad andare in Baja. Salutiamo Felix e ripartimo. Subito
dopo pochi km. però, affascinati dalle dune di sabbia che costeggiano le spiagge
del Pacifico, prendiamo la prima strada sterrata ed arriviamo a Playa Migrino,
una spiaggia lunghissima, di fine sabbia bianca, dove non c'è nessuno, se non
enormi gusci di ostriche di madreperla variopinta. L'oceano è mosso, ma non così
tanto da proibirci di fare un primo bagnetto veloce. Ci avviamo attraverso la
Sierra de La Laguna - rocce e cactus - verso Todos Santos: visita rapida alla
cittadina, i famosi negozietti e gallerie d'arte sono chiusi per la siesta,
tappa per uno spuntino all'hotel California, e ci dirigiamo verso La Paz,
capitale della Baja California Sur. Arriviamo verso le 17, la città ci si
presenta abbastanza deserta. Troviamo alloggio all'hotel Palmira Azira (camera a
669 pesos inclusa abbondantissima colazione, poco caratteristico, pulito,
piscina) e ci dirigiamo subito verso la spiaggia di Tecolote ... che troviamo
straripante di messicani, praticamente tutta la città di La Paz é sulla
spiaggia, intere famiglie di sedute beatamente con ombrelloni, sedie, barbecue
intente a mangiare ed a divertirsi. Ci godiamo un magnifico tramonto, con ancora
un sacco di persone in acqua nonostante sia ormai buio. Ci aspetta il ritorno in
città a passo lento, assieme a tutti gli altri 'carri' stracarichi di messicani.
Ceniamo a La Paz, sul Malecon, al ristorante Kiwi (ottimo cibo, migliori nachos
e salse provate in Baja, terrazza sul mare, spesa per 2 persone pesos 300).
Lunedì 14 - Partiamo da La Paz che è quasi mezzogiorno; ci immettiamo
sulla Mex 1 e maciniamo km. e km. di rettilineo, interrotto solo da saliscendi,
facendo attenzione alle tante magre mucche ed agli asini intenti a brucare (
è
tutto secco
) ai bordi delle strade. Incrociamo pochi altri mezzi. Facciamo
tappa a En Cien, per vedere una delle tante cappelle (questa si chiama de
'Los Angeles Custodes') presenti lungo tutta la caretera. E' aperta, e Matias,
l'anziano che la custodisce, ci racconta che una volta ci è stato pure un
vescovo italiano lì (fate attenzione alle profonde buche presenti sul piazzale
antistante!!). Per ricompensarlo della sua disponibilità gli offriamo una birra
nel vicino chiosco, dove facciamo pure conoscenza con il simpaticissimo Xavier.
Attraversiamo quindi Ciudad Co-stitution e Ciudad Insurgientes,
due grossi paesotti adagiati sulla Sierra de La Giganta; il paesaggio non varia,
sempre rocce, cactus, qualche cespuglio secco. Prima di Loreto ci facciamo
tentare da un cartello che indica 'Puerto Escondido': ci andiamo, é solo un
piccolo 'porto nascosto', troviamo alcuni pescatori ed il mare di un verde
intensissimo. Arriviamo a Loreto dove troviamo alloggio all'hotel Loreto
Plaza (camera a p.520, pulito, aria con., patio interno). Facciamo un salto
all'Ufficio Turistico dove Felipe ci sommerge di informazioni, foto di luoghi e
spiagge da visitare in zona. Segue la visita alla Missione (la prima chiesa
costruita alla fine del '700 dai gesuiti) ed al centro della città dove ceniamo
a La Terrazza (cibo buono, p.300)
Martedì 15 - Ancora sotto gli effetti del fuso orario alle 6 siamo
svegli. Decidiamo di aspet-tare l'alba sul Malecon e, sorpresa, è un via vai di
persone - soprattutto donne - che fanno jogging o semplicemente camminano.
Partiamo per la Missione di San Javier, ci aspettano 35 km di sterrato e
siamo un po' titubanti per la nostra macchinina. All'ingresso del percorso
enormi cactus sono sovrastati da avvoltoi
che bell'inizio... Il percorso è
davvero affascinante e mozzafiato ed ogni scusa è buona per fermarsi a
fotografare. Arriviamo con enorme sollievo all'oasi di San Javier, dove troviamo
la Missione (la seconda) ed il paesino tutt'oggi abitato. Discendiamo e ci
dirigiamo verso S.Rosalia, non prima di esserci fermati per un bagno nell'acqua
caldissima della spiaggia dell'Armenta, la prima che si incontra entrando in
Baja Conception. Attraversiamo incantati l'oasi di Mulegè e giungiamo a
S.Rosalia verso le 19, alloggiamo all'hotel 'El Morro' (p.465, ma nonostante
la Lonely dica che sia il migliore della zona si è rivelato trascurato, sporco e
pieno di insetti). In centro (attenti a dove parcheggiate l'auto ed ai finti
poliziotti) c'è tanta gente, è appena finita la messa: visitiamo la chiesa
progettata da Eiffel e subito vicino l'altrettanto famoso panificio. La
cittadina è particolare, ma non ci ha ben impressionato: è molto trascurata, si
nota che dopo la dipartita dei francesi negli anni '50 è stata completamente
abbandonata a se stessa. Ceniamo a 'El Muell' (accettabile, p.280)
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/Stefy/Baja%20California%20-%20agosto%202006%20-%20playa%20armenta.jpg)
Mercoledì 16 - Il primo pensiero è andare al panificio francese per
comprare un po' di pane (difficilmente reperibile altrove) e qualche croissant:
é tutto davvero molto buono. Partia-mo per l'ultima tappa della nostra risalita,
S.Ignacio. Anche qui, dopo un paesaggio deser-tico ci accoglie un'oasi di
palme verdissime, al di sotto delle quali si sviluppa il piccolo centro abitato
con la bella Missione. In piazza, Manuel, seduto fuori il proprio grande negozio
dove vende di tutto, capisce al volo che siamo italiani e comincia a chiederci
in-formazioni sul Campionato del Mondo e sulle vicissitudine calcistiche in
Italia di questo ultimo periodo, di cui tra l'altro è già perfettamente
aggiornato! Salutiamo anche Manuel, e cominciamo la nostra discesa verso
Mulegè, dirigendoci subito a l'hotel 'Las Casitas' (bellissimo, molto
bohemien, pulito, p.350, anche il ristorante é buono ed economico) per poter
finalmente depositare i nostri bagagli per qualche giorno. Svuotata la macchina
ci dirigiamo alle spiagge di El Coyote prima e El Burro poi, dove godendo di un
magnifico tramonto ceniamo molto bene da Berta's sulla spiaggia, per pochissimi
pesos.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/Stefy/Bertha%20-%20playa%20el%20burro.JPG)
Giovedì 17 - Il mattino saliamo presto alla Missione (la terza
edificata in Baja) tanto che alle 9,30 è ancora chiusa e dobbiamo aspettare che
arrivi il custode. Di tutte le Missioni viste è sicuramente la più
caratteristica e quella meglio conservata. Di corsa alle spiaggia di El
Requeson, bellissima e ben curata grazie anche alla presenza di un custode
che chiede qualche pesos per l'ingresso e per la manutenzione e pulizia delle
palapas presenti. E' una spiaggia dalla forma quasi triangolare, da un lato il
mare è più azzurro in quanto l'acqua è molto bassa, dall'altro poco, più
profondo, è molto verde. Al vertice un istmo di sabbia la collega ad un piccolo
isolotto ed è attraversabile con l'acqua che arriva alle ginocchia. Dopo vari
rifiuti, cediamo alle lusinghe di Alfonso, un venditore ambulante, e del suo
paffuto figliolo e dopo una lunga e scherzosa contrattazione, compriamo un po'
della sua merce. Per cena andiamo a Playa Santispac, da Ana's e anche qui
ceniamo con pochissimi pesos. Rientrando a Mulegè, transitiamo davanti la
taqueria Doney che avevamo sentito nominare per i suoi famosi taco; ci facciamo
tentare ed in effetti, qui, abbiamo mangiato i migliori della Baja (oltre che
economici).
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/Stefy/Baja%20California%20-%20agosto%202006%20-%20el%20requeson.jpg)
Venerdì 18 - Partiamo per Punta Arena, una lunga spiaggia deserta
di persone ma gremita da un'infinità di pellicani ed enormi conchiglie e qualche
lussuosa villa a fare da contorno; riscendiamo poi verso sud fino al km.75 della
Mex1 dove 'l'angelo verde' che assiste i turisti sulle spiagge ci ha detto
esserci uno sterrato per risalire il lato opposto della Baja : in effetti ci
avviamo per uno sterrato che si rivela 'troppo sterrato' per il nostro coche,
quindi dirottiamo su Playa Naranja, ed infine su Playa El Coyote.
Il tempo è sempre bello e molto caldo, il mare ovunque è stupendo, la gente
sulle spiagge non è molta
c'è solo l'imbarazzo della scelta. Prima di cenare a
'Las Casitas' (p.260) saliamo ad assistere al tra-monto dal belvedere della
Missione.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/Stefy/Baja%20California%20-%20agosto%202006%20-%20el%20coche.jpg)
Sabato 19 - Stiamo prima a Playa Santispac e poi ci spostiamo a Playa
Escondido. Per en-trambe vale quanto detto prima, un mare caldo di infinite
tonalità di verde/azzurro, spiagge di fine sabbia bianca, anche se a volte un
po' troppo sporche. Ci chiediamo come si possa lasciare tanta spazzatura sulle
spiagge e lungo le strade, quando a pochi mt. l'uno dall'altro, ci sono bidoni
contenitori- sempre vuoti - con tanto di indicazione per segnalar-li?
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/Stefy/Baja%20California%20-%20agosto%202006%20-playa%20escondido.jpg)
Domenica 20 - Al mattino saliamo verso Punta Chivato, spiagge di
una lunghezza infinita dove non si incontra nessuno. Anche qui, diverse grandi
eleganti ville fanno da cornice al-la spiaggia. Prima di lasciare
definitivamente la Baja Conception ci fermiamo per un ulti-mo bagno a Playa
La Perla, che oltre ad essere strepitosa come le altre è molto più
tranquilla. Nel primo pomeriggio ripartiamo per Loreto dove alloggiamo
nuovamente all'hotel Loreto Plaza (passiamo prima all'hotel Junipero che si
trova difronte e costa p.400 ma sembra un po' squallido e poco pulito). Ceniamo
bene da Mexico y Lindo (p.300)
Lunedì 21 - Alle 9 siamo già al porto di Loreto per cercare qualcuno con
cui dividere il tra-gitto per l'Isla Coronado (costo US$ 90 per barca):
troviamo Mavi e Gianpietro con la mo-glie, quindi alle 10 sulla barca di
Gregorio e Alejandro salpiamo alla volta dell'isola che impieghiamo circa
mezz'oretta per raggiungere. Circumnavighiamo l'isola che non è mol-to grande, e
Gregorio ci porta nel luogo della colonia dei leoni marini: sono parecchi e
tutti molto grandi e fanno un baccano dell'accidente. Gettata l'ancora ci
concede un bel po' di tempo per fare snorkeling. Il mare è ricco di una quantità
di pesci dai colori e dalle forme più diverse, da tantissime stelle marine ed
enormi granchi arancione che si muovono velocemente sugli scogli. Risaliamo in
barca, appena il tempo di vedere un gruppo di del-fini ed approdiamo ad una
spiaggia dalla sabbia come borotalco ed un mare davvero paradisiaco. Purtroppo
all'orizzonte si affacciano nubi strane ed il mare comincia a farsi mosso, per
cui il nostro capitano decide di rientrare prudentemente a terra. Giusto il
tempo di una foto ricordo e si riparte nuovamente alla volta di La Paz e,
sorpresa, sulla Sierra de La Giganta piove!! Non è un vero e proprio acquazzone,
ma sulla Sierra è un esplosione di fiori gialli, migliaia farfalle gialle ed
enormi libellule. Giungiamo nella capitale e troviamo alloggio alla Posada Luna
Sol (molto carina, pulita, tipica messicana, p.500). Ceniamo al Bistrot Francais,
non mangiamo male. Da non perdere assolutamente le due gelaterie sul Malecon.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/Stefy/Baja%20California%20-%20agosto%202006%20-%20Isla%20Coronado.jpg)
Martedì 22 - Anche oggi alle 9 siamo già in spiaggia, questa volta a
Tecolote, pronti a sal-pare alla volta dell'Isla Espiritu Santo (US$ 40
cad.) in compagnia di altre 15 persone
una coppia di spagnoli ed il resto
italiane. Il capitano Jesus ed il suo secondo Renè ci fanno provare delle
emozioni davvero fortissime quando, sotto la loro guida, ci fanno snorkelare con
i leoni marini che qui sono molto più abituati alla gente e si buttano
volentieri a nuota-re con noi. Ci spiegano le diverse varietà di pesci e stelle
marine, ci fanno entrare in grotte attraverso strette aperture. Continuiamo il
giro attorno all'isola ed un gruppo di almeno 20 delfini comincia a scortare le
nostre due barche: i capitani non rifiutano le loro provoca-zioni, anzi
cominciano a girare in tondo con le barche per creare onde più alte, ed è
davvero una gioia vedere tutti questi delfini giocare con l'acqua. A malincuore
lasciamo i delfini per attraccare alla spiaggia dove ci fermeremo per consumare
il pranzo preparato dai pescatori. La nostra attesa è subito ripagata dalla
visione oltre che della spiaggia, anche da grandissimi pesci di ogni colore, da
mante che nuotano velocissime vicino la riva, e da tanti pesci palla. Anche da
qui dobbiamo andarcene, ma prima di sbarcare nuovamente a Playa Tecolote il
capitano Jesus ci fa un ragalo facendoci attraversare una laguna di ver-dissime
e fittissime mangrovie. Una volta a terra decidiamo di fermarci alla vicina
spiag-gia Balandra: c'è tanto vento e in cielo qualche nuvoletta. Ceniamo
nuovamente al Kiwi, mentre assistiamo al continuo via vai di persone che fino a
tarda sera, fanno jogging sul Malecon di La Paz.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/Stefy/Baja%20California%20-%20agosto%202006%20-%20playa%20balandra.jpg)
Mercoledi 23 - Torniamo a Playa Balandra e con nostra sorpresa la
spiaggia è molto più grande di come l'avevamo lasciata la sera prima, quando la
marea si era mangiata almeno 10 mt.di spiaggia. Arriviamo che c'è solo una
famiglia di messicani ed una quantità di e-normi granchi che cercano di
ritornare a mare dopo che la marea è scesa. Balandra è la spiaggia più
scenografica, quasi un cerchio perfetto a formare una grande piscina dove
l'acqua è costantemente bassa. Il pomeriggio ci dirigiamo verso Playa La
Ventana, Baja de Los Suenos, Punta Arena de la Ventana: come sempre, sulle
spiagge appena fuori dalle rotte classiche, non c'è nessuno, troviamo tantissimi
coralli, il vento è molto forte ed anche il Mar di Cortes, qui è davvero molto
mosso. Scopriremo in serata dai giornali che l'uragano Ileana è a 500 km.dal
Cabo ed è questo il motivo dei forti venti, del mare molto mosso e probabilmente
anche delle piogge. Torniamo a La Paz dove ceniamo sul Malecon alla
'Palapa Adriana' (cibo buono, p.300)
Giovedi 24 - Un ultima visita alla capitale e partenza per San Josè.
Affrontiamo nuovamente la Sierra de La Laguna che ci appare completamente
diversa rispetto due settimane fa: verdissima, tantissimi fiori gialli e fucsia,
una miriade di farfalle gialle. Ci fermiamo per l'ultima volta nella carinissima
Todos Santos per una visita alle colora-tissime gallerie artigiane (mi
raccomando, contrattare sul prezzo prima di comprare è un must!), quindi Playa
Punta Lobos, Punta S.Pedrito (che onde sull'oceano!!), Playa los Cerritos dove
sostiamo al 'Art & Beer' un bar/galleria d'arte davvero molto particolare, da
non perdere. Finalmente eccoci arrivati a Cabo, la zona più turistica, costruita
a misura di turista, soprattutto americano. Ci fermiano alla bella Playa Santa
Maria per un bagno. La sabbia è particolarmente grossa, ed in spiaggia ci sono
solo americani appesantiti nel fisico, seduti sulle loro minuscole sedie con a
fianco l'immancabile frigorifero portatile colmo di birra e ghiaccio. Giunti a
San Josè troviamo da dormire alla Posada Terranova (p.550, pulita anche se poco
caratteristica-avevamo prima visto anche la Posada Senor Ma-nana ma si
presentava proprio un po' squallida p.600) e dopo 15 giorni di nachos, tacos,
quesadillas, tortillas, pescado, guacamolle e salse varie, ci concediamo una
pizza al ristorante italiano 'La Dolce' (p.500). Qui a Cabos tutto costa il
doppio rispetto al resto della penisola, la gente è ugualmente cordiale come
altrove ma più furba in quanto abitua-ta a trattare con il turista.
![](http://www.viaggierelax.it/immagini/viaggi/Stefy/Baja%20California%20-%202006%20-%20los%20cabos.jpg)
Venerdi 25 - Nuovamente di buon ora siamo a Playa Medano per
prendere la lancia che ci porterà a vedere il famoso 'El Arco ', la Playa de
l'Amor e quella del Divorcio. Il mare è sempre mosso, arriviamo con la barca
allo scoglio chiamato di 'Finis Terrae' , viriamo, le onde non sono cattive ma
alte, con Rafael il barcaiolo concordiamo l'ora per venirci a ri-prendere alla
Playa de l'Amor. In spiaggia ci siamo praticamente solo noi
e un'altra coppia
di italiani. Se dal lato del Mar di Cortes oggi le onde sono alte, dal lato
opposto, sulla Playa del Divorcio affacciata sull'Oceano Pacifico (???) sono
indescrivibilmente alte. Anche qui un vero Paradiso. Nuovamente a terra facciamo
una sosta a Playa Acapulchito, ritrovo dei surfer, e ci dirigiamo a
Playa Chileno, pure molto bella e con un enorme bilan-cia bianca e azzurra
per pesare i grandi marlin pescati. Anche qui le tantissime farfalle non sono
affatto disturbate dai tanti bagnanti.
Sabato 26 - E' il giorno della partenza. Alle 5,30 lasciamo la Posada e
con piacere troviamo Xavier, che ha lavorato la notte, ad attenderci con caffè e
pane tostato. Xavier è di Ciudad de Mexico, ma ha lasciato la sua città perché
invivibile e troppo inquinata mentre qui, dice, si vive bene. Non fatichiamo a
credergli. Ci saluta dicendo una frase che abbiamo sentito spesso in questi
giorni: 'ricordate che qui avete un amico'. Particolarità riscontrata in tutte
le persone qui incontrate è l'enorme disponibilità nei confronti di persone che
praticamente sono degli sconosciuti. Alle 6 riconsegniamo al rent a car la
nostra auto, che con grande sollievo, non ci ha mai abbandonato lungo il
tragitto. Soliti lunghi controlli al check-in ed eccoci in volo verso casa. In
volo conosciamo con piacere l'ultimo amico di questa vacanza. E' Salvatore, un
italo americano che vive a New York, ex giocatore di baseball ora procuratore,
che ci dice di possedere due case a Cabo. Si stupisce molto dei numerosi
italiani presenti lì quest'anno, ci chiede del nostro itinerario. Dopo
averglielo raccontato, si meraviglia molto che possa esistere una realtà oltre i
confini di Cabo. Per lui e per gli americani in genere, Baja California
significa solo Cabo, San Josè e quel pezzo di terra urbanizzato di imponenti
eleganti alberghi e resort , che hanno dovuto chiamare 'Tourist Corridor' per
poterlo identificare. Il volo è lungo: un ultimo regalo ci viene concesso nella
zona dei laghi canadesi, dove dal minuscolo finestrino dell'aereo assistiamo ad
un incandescente quanto indescrivibile tramonto. Ormai è questione di ore e
saremo a casa: ripensiamo con piacere a tutta la vacanza, ma quello che ci
resterà veramente nel cuore è la frase che ogni persona alla quale ci siamo
rivolti, da Felix, a Matias, Xavier, Felipe, Alfonso, Gregorio y Alejandro, il
capitano del Titanic Jesus y Renè, a tutte le donne e gli uomini che abbiamo
incontrato nei negozi e per strada e a cui abbiamo rivolto la parola, ci hanno
detto nel salutarci: !Que todo te vada bien!
Racconto di Stefania Capitanio |