Finalmente
abbiamo ceduto alla tentazione della crociera ai Caraibi e la nostra fiducia è
stata premiata: abbiamo fatto una bellissima esperienza che vogliamo ripetere
presto.
Abbiamo scelto la nave Ocean Dream dell'operatore spagnolo Pullmantur (compagnia
acquistata dalla Royal Caribbean nel 2006) perché proponeva un itinerario ai
Caraibi unico nel suo genere, ma lontano dalle rotte degli uragani quindi
l'ideale per il mese di Agosto: Aruba, Curaçao, Isla Margarita, Grenada,
Barbados, St. Lucia, Aruba.
La nostra avventura nel mar dei Caraibi si è svolta navigando tra isole da
sogno, alla scoperta di tesori naturali e culturali molto diversi tra loro e
davvero unici.
La Ocean Dream è una nave 4 stelle, rinnovata completamente nel 2008
(prima apparteneva alla Costa Crociere) e pur senza emulare lo sfarzo delle
ultime nate in casa Costa, ha uno standard di qualità elevato.
La Ocean Dream dispone di 490 cabine, di cui12 suites con balcone, dislocate su
3 ponti, può portare fino a 1.350 passeggeri e raggiunge una velocità massima di
19 nodi.
A disposizione degli ospiti ci sono 4 ristoranti e 6 bar, sale spettacoli,
Casinò, biblioteca, internet Café, 3 piscine, palestra, centro estetica con
sauna e SPA.
Il trattamento è 'all-inclusive' nella vera accezione del termine: cibo e
bevande no limits (inclusi alcolici e superalcolici locali ed internazionali) 24
ore su 24.
Abbiamo raggiunto Aruba da Madrid con un volo charter della Pullmantur Air su un
Boing 747.
Gli assistenti ai desk sia a Madrid che ad Aruba ci hanno dato ottima assistenza
aiutandoci nella compilazione dei formulari per la dogana, spiegando le modalità
del transfer e della gestione etichette bagagli: infatti, cosa alquanto
piacevole, le nostre valige imbarcate a Madrid ci sono state recapitate
direttamente in cabina a bordo delle Ocean Dream!
Dall'aeroporto di Aruba, superato il lento controllo passaporti, in circa 15
minuti siamo stati trasferiti in bus fino al terminal del porto dove abbiamo
fatto il check-in per la crociera: qui ci è stata rilasciata la tessera
magnetica identificativa personale (necessaria per lo sbarco e l'imbarco in ogni
porto e la fatturazione degli extra) e la documentazione tecnica relativa alle
attività in nave, le escursioni ed il giornale di bordo.
Preso possesso della cabina, abbiamo iniziato l'esplorazione della nave.
Ponte n. 11, Sun: solarium con lettini e jacuzzi.
Ponte n. 10, Verandah: suite con balcone, centro estetico e SPA, palestra, pista
da jogging ed solarium.
Ponte n. 9, Lido: Bar Panorama all'aperto, Panorama Buffet, piscina centrale,
Lido Bar e Pizzeria.
Ponte n. 8, Promenade: piscina con solarium, Bar Bahia Lounge, internet Café,
piano bar Duke, bar Casablanca, Casinò, Discoteca e biblioteca panoramica sulla
prua.
Ponte n. 7, Aloha: piscina per bambini, sala videogiochi, cabine superior e
Salone Broadway per le serate di gala e gli spettacoli.
Ponte n. 6, Baja: cabine superior, negozi Duty Free, salone di bellezza.
Ponte n. 5, Caribe: camere standard, Reception e agenzia escursioni.
Ponte n. 4, Dolphin: Ristorante Regency, Centro Medico e cabine standard.
Il personale della nave è madrelingua spagnola (per lo più Spagnolo o Centro/Sud
Americano) ed estremamente cordiale e disponibile, a partire dagli animatori, ai
baristi e camerieri, agli addetti alla pulizia dele cabine.
La giornata in crociera è scandita da alcuni appuntamenti fissi che sono lo
sbarco e l'imbarco nei porti di attracco, ed il resto della giornata lo decidete
voi.
In genere verso le 7.00 ci si avvicina al porto di destinazione, e con
l'assistenza di un rimorchiatore si attracca verso le 7.30.
Dalle 8.00 in poi quindi è possibile scendere a terra per le escursioni libere
oppure organizzate dall'agenzia viaggi della nave.
L'ora di reimbarco varia da porto a porto, ed in genere è tra le 18.00 e le
21.00, in funzione delle ore di navigazione necessarie per raggiungere il porto
successivo.
Sul giornale di bordo, che viene recapitato ogni pomeriggio in cabina, ci sono
tutte le informazioni pratiche relative al porto di sbarco del giorno
successivo, con orari di alba e tramonto, informazioni turistiche e programma
delle attività in nave (non avete idea di quanta gente resti sulla nave e non
sbarchi!!), programma di intrattenimento serale, dress- code per la cena, oltre
che gli orari di sbarco e reimbarco onde evitare che la nave salpi senza di voi!
Una volta sbarcati si ha tutto il tempo per dedicarsi all'attività prescelta,
prenotata in nave oppure organizzata individualmente con i taxi locali e le
agenzie turistiche che hanno i loro uffici nel terminal dei porti di sbarco;
questa seconda opzione consente di scegliere liberamente ciò che più vi piace
(visite turistiche nei luoghi di interesse storico o culturale, relax nelle più
belle spiagge, gite in catamarano per fare snorkeling, immersioni, shopping,
ecc.) senza avere il vincolo degli orari piuttosto restrittivi imposti nei tour
della nave e risparmiando parecchio rispetto ai prezzi delle loro escursioni.
Chi invece decide di non sbarcare e di restare in nave può godere di tutte le
attività di intrattenimento del programma giornaliero: dalle lezioni di
risveglio muscolare e stretching, ai quiz, alle lezioni di balli caraibici, di
cucina creola o di origami, le molteplici attività per bambini, oppure ascoltare
le band che suonano musica live a bordo piscina, e soprattutto mangiare e bere a
volontà e a qualsiasi ora.
Anche la sera l'intrattenimento è garantito; nell'arco della settimana si
alternano le serate a tema per la cena, dove si viene invitati a presenziare
vestiti da pirati, oppure in stile Hawaiano, o in bianco (o un altro colore) e
durante la cena il personale di sala fa un piccolo show a ritmo di musica, un
modo simpatico per socializzare con gli ospiti al di là dell'incarico che
ricoprono in nave, così capita che i camerieri e gli chef si ritrovino a fare il
trenino tra i tavoli al ritmo di Disco Samba
A E I O U Y
meu amigo Charlie Brown!
Dopo cena invece, nel salone Broadway si svolgono le serate di cabaret, musical,
spettacoli di ballo e la serata di gala in cui vengono presentati agli ospiti il
Capitano e l'equipaggio.
Per quanto riguarda la pulizia della cabina, questa viene svolta 2 volte al
giorno ed in maniera ineccepibile: al mattino entro le 13, e nuovamente
rassettata nel tardo pomeriggio o prima di cena. Per tutta la durata della
crociera la vs. assistente di cabina sarà a vs. disposizione dalle 8 fino alle
22 per qualsiasi esigenza concernente le pulizie o le dotazioni della cabina.
Itinerario:
Curaçao è la più grande delle Antille Olandesi; si trova a 56 km dalla
costa del Venezuela ed è il risultato di un miscuglio di diverse etnie,
affascinanti quanto il suo paesaggio: la cosa rocciosa si alterna a piccoli
tratti di spiagge bianche con acque turchesi, mentre l'entroterra arido è
ricoperto da cactus giganti e dal cunucu, una bassa vegetazione a macchia dal
colore grigio-verde.
Willemstad, la capitale, è divisa in due dallo stretto di Sint Annabaai, che
separa il quartiere di Otrobanda (dove attraccano le navi da crociera) da quello
di Punda, con i negozi ed il particolare mercato galleggiante. I due quartieri
sono uniti da un ponte di barche che si apre per consentire il passaggio alle
navi.
L'architettura di Willemstad è molto particolare: case e palazzi hanno frontoni
in stile coloniale olandese (i maggiori dominatori dell'isola dopo gli Spagnoli)
e facciate dipinte in vivaci colori pastello, dal viola al giallo al verde,
decorate con stucchi bianchi.
Oltre al turismo, l'economia di Curaçao si basa sull'industria petrolifera: nel
1918 qui venne costruita la più grande raffineria di petrolio del mondo,
richiamando così operai da tutti i Caraibi e dagli Stati Uniti; questo spiega il
melting pot di etnie presenti sull'isola.
La nostra prima tappa è stata alla Cueva de Hato, grotte risalenti ad oltre
1.500 anni fa' ed abitate un tempo dagli indiani Arawak, ricche di stalattiti e
stalagmiti che nel corso dei secoli hanno creato agglomerati calcarei dalle
forme bizzarre: osservandole con la debole luce creata dalle torce si possono
scorgere una tartaruga, la testa di un pirata e persino una Madonna con il
bambino.
Proseguendo lungo la costa nord siamo giunti al Shete Boka National Park: 10 km
di costa dove l'impeto del mare ha scavato ponti e grotte naturali nella roccia.
Seguendo un sentiero stretto, siamo arrivati fino allo strapiombo di Boka Tabla,
da dove è possibile scattare foto con panorami mozzafiato ed onde tumultuose.
Scendendo i ripidi scalini scavati nella roccia si giunge nella bocca della
caverna, ci si può sedere su una roccia ed aspettare l'onda impetuosa
infrangersi sugli scogli circostanti.
Più a nord ci sono altre piccole caverne il cui accesso è però limitato in
quanto zona protetta per la presenza di tartarughe marine.
Le ore migliori però le abbiamo trascorse alla splendida spiaggia di Cas Abao,
situata sulla costa nord-occidentale e da molti indicata come una delle spiagge
più incontaminate dell'isola.
Fondale sabbioso bianchissimo, mare turchese con acqua piacevolmente fresca e
palme lievemente scosse dal vento, spiaggia attrezzata con lettini e ombrelloni,
centro Diving, cabana per massaggi, bar ristorante e scuola di balli caraibici.
Ritornati a Willemstad a fine pomeriggio ci siamo dedicati alla visita del
centro città: Fort Amsterdam, un tempo quartier generale della Compagnia delle
Indie Occidentali e ora sede del governo, il Riffort, un forte ottocentesco con
alte mura percorribili a piedi che sorveglia un lato del porto e dal quale si
può godere di un bel panorama, quindi gironzolando tra le stradine ne abbiamo
approfittato per dare un'occhiata ai molti negozi duty-free in cerca di buoni
affari. Oltre ai grandi marchi della moda internazionale si possono trovare
negozi di elettronica, profumi, gioielli e ceramiche, oltre che il famoso
liquore Curaçao, noto per il suo colore blu elettrico.
Isla Margarita è situata a 30 km dalla costa del Venezuela; la parte nord
è ricca di vegetazione mentre il sud è arido e selvaggio; ha più di 150 spiagge
ed è baciata dal sole quasi 365 giorni l'anno (almeno così dicono i locali),
fatto che la un rende paradiso per chi ama le vacanze al mare.
Una volta sbarcati a Puerto El Guamache, abbiamo concordato per 40 U$ un taxi
esclusivamente per noi per tutto il giorno, che ci ha portati a Playa El Yaque e
ci ha aspettati fino all'orario concordato per riportarci al porto di imbarco.
Playa el Yaque è il più famoso spot surfistico di Margarita, situato sulla costa
orientale.
La spiaggia è frequentata soprattutto dai locali, ma anche molto apprezzata dai
kite surfers per via dei venti alisei e del fondale sabbioso che degrada
lentamente, tutto immerso nella tipica atmosfera caraibica, ed è anche teatro di
competizioni surfistiche internazionali.
Il mare pur essendo pulito non è cristallino a causa delle forti correnti e
l'acqua è sulle tonalità del verde, anche per la presenza su molti tratti di
costa di una folta vegetazione e di mangrovie che scendono fino in mare.
I bar e i ristoranti si susseguono, così come le cabanas che noleggiano lettini
e ombrelloni e le scuole di kite e windsurf.
Tra una surfata, una nuotata ed un po' di relax al sole, si può bere un batido
de fruta o un coloratissimo daiquiri, stuzzicare empanadas o cachapas, le
tipiche tortillas di mais con formaggio, oppure mangiare dell'ottimo pesce
cucinato sulla brace, mentre la musica invade tutta la spiaggia, e al tramonto
tutti sono pronti per l'hora feliz, l'happy hour a base di musica e cocktail
tropicali.
Quindi la nostra giornata è trascorsa così, assaporando lo scorrere delle ore
secondo i ritmi venezuelani e con tutti i loro contrasti: giovani e meno giovani
stanno tutto il giorno accampati in spiaggia, sotto ombrelloni o tende parasole,
con enormi frigoriferi da campeggio pieni di ghiaccio, bibite e alcolici,
bevendo a senza sosta birre o cocktail ghiacciati, ogni tanto cercando
refrigerio in mare; famiglie di venezuelani che sembrano ippopotami in ammollo
con le birre in mano e cumuli di lattine o bottiglie vuote abbandonate sul
bagnasciuga; bambinetti di meno di 10 anni che con i loro carrettini o cestini
percorrono su e giù la spiaggia a vendere spiedini di queso frito o dolci
artigianali; gli schimazzi dei venditori di empanadas cotte in friggitrici
improvvisate con vecchi bidoni da cui si alza un fumo nero che invade tutta la
spiaggia; macchinoni americani anni '60, coloratissimi e con gli interni in
simil-leopardo a spasso per le strette strade del centro
Bisogna dire che qui il contrasto è forte: la zona hotelera con grandi
nuovissimi hotel sovrasta la lunga spiaggia e subito dietro, dall'altra parte
della strada, le casette basse di mattoni e lamiera dei meno abbienti abitanti
locali dell'isola; le immondizie abbandonate un po' ovunque (in spiaggia, sulla
strada, nei campi aridi di cunucu); il volume della musica che da fa da
sottofondo allo scorrere della vita quotidiana
Una volta rientrati a El Guamache ne abbiamo approfittato per fare una sosta
alla piccola spiaggia adiacente il terminal portuale, attrezzata con lettini e
ombrelloni ma decisamente troppo affollata, e al La Punta Commercial Boulevard,
la passeggiata che conduce al terminal, costellata di bancarelle e negozietti
dove è possibile trovare perle e oggetti di artigianato locale in legno e palma
intrecciata, oltre ai classici souvenir dell'isola come collanine e braccialetti
con pietre, perline e conchiglie, magneti e cornici.
Grenada fa parte delle Isole Sopravento ed è nota come l'isola delle
spezie dei Caraibi, essendo uno dei maggiori produttori di noce moscata; è
avvolta dalla foresta pluviale e costellata di belle spiagge sabbiose.
Dal porto turistico, con un catamarano abbiamo raggiunto la costa nord
occidentale dell'isola ed abbiamo fatto snorkeling ad Anse Molinière.
Successivamente ci siamo diretti ad Gran Anse per altro snorkeling in cerca di
tartarughe che spesso si vedono in queste acque, ma purtroppo un acquazzone
tropicale si è abbattuto sulla baia e quindi la poca luce e l'acqua mossa non ci
hanno permesso di apprezzare i colori del mare e della sabbia.
Quindi una volta rientrati in porto, asciugati e rifocillati, ci siamo diretti
al centro di St.George's, la capitale.
St. George's è un porto molto pittoresco, riparato dalle pareti di un cratere
vulcanico spento e difeso dalla vecchia fortezza di Re Giorgio III.
E' un villaggio di ordinate casette bianche col tetto rosso in stile coloniale
georgiano che si espande sulle colline, attraversato da stradine ripidissime e
continui sali-scendi.
Di fianco al porto di trova il Carenage, la banchina dove un tempo venivano
carenate le navi e che ora ospita traghetti e pescherecci ed è circondata da
ristoranti e negozi.
Oltre ai classici souvenir, qui è possibile acquistare nella catena Best of
Barbados terrecotte ed oggetti in rafia, bambole e quadri, realizzati a mano
dagli artigiani dell'isola.
Proprio nella settimana di Ferragosto si festeggiava la fine del raccolto della
canna da zucchero, accolta con un coloratissimo e rumorosissimo carnevale: su un
camion con enormi casse acustiche un deejay metteva dischi dai ritmi
house-reggae spacca-timpani e al suo seguito sfilavano i vari gruppi
folkloristici formati da bimbi, giovani ed anziani, agghindati con abiti
coloratissimi, ornati di piume, lustrini e paillettes.
La sfilata proseguiva così per le vie della città fino al calar del sole, mentre
turisti e locali si accodavano al corteo, tra una foto ed una birra o un Rum
ponch (tipica bevanda a base di lime, succo di canna da zucchero e rum),
trascinati nel vortice del ritmo e dei balli sfrenati.
Barbados è l'isola più ad Est dei Caraibi ed è circondata dall'Oceano
Atlantico; deve il suo nome agli alberi di fico barbuto che i colonizzatori
portoghesi chiamarono los barbados.
Intorno al 1600 i coloni olandesi introdussero la coltivazione della canna da
zucchero e portarono qui gli schiavi africani per la sua lavorazione che, con
l'abolizione della schiavitù nel 1834, si dedicarono all'attività agricola che è
ancora oggi l'attività principale.
Barbados è un massiccio di pietra calcarea grazie alla quale si sono formate
bellissime spiagge chiamate la Platinum Coast, cuore del turismo dell'isola,
situate nella parte meridionale.
Sbarcati a Bridgetown, la capitale, con 5 U$ a testa abbiamo raggiunto in taxi
Boatyard Beach, una piccola spiaggia frequentata prevalentemente dai locali.
All'ingresso della spiaggia si trova un grande stabilimento balneare con tanto
di giochi acquatici per i bimbi, scivoli ed arrampicatoi gonfiabili (15 U$ a
persona per ingresso, 1 lettino, 1 bibita e uso dei giochi acquatici) ed abbiamo
quindi deciso subito di collocarci più distante possibile da questa struttura,
proprio per goderci la naturalezza e spontaneità del resto della spiaggia.
Quindi ci siamo fermati in un tratto di spiaggia più isolato ed abbiamo
noleggiato 2 lettini e 1 ombrellone (15$) da un anziano del posto che disponeva
di uno stabilimento un po' improvvisato: una baracca di lamiera a fare da
chiosco bar, una decina di ombrelloni e sdraio e una doccia.
Qui abbiamo trascorso l'intera giornata tra passeggiate sulla battigia,
snorkeling con le tartarughe verdi che nuotano in queste acque, lunghe nuotate
nelle acque calme, una corsa al largo con il jet-ski, un'agua de coco fresca, un
sandwich all'aragosta e relax all'ombra con un buon libro.
I colori di questa spiaggia sono indimenticabili: il mare ha tutte le sfumature
del turchese, la sabbia è bianca farinosa e scricchiolante, in cielo le nuvole
passano veloci e lasciano spazio all'azzurro terso.
Terminata la giornata di mare, sulla via verso il porto per l'imbarco siamo
passati per Bridgetown, cuore finanziario e commerciale di Barbados e uno dei
più importanti centri d'affari dei Caraibi, sede di banche e assicurazioni in
moderni palazzi, grandi gioiellerie e centri commerciali di lusso; a piedi
abbiamo attraversato il Bridge Gate che collega il porticciolo sul Careenage con
il quartiere di Bayville, dove abbiamo passeggiato tra le colorate casette
ottocentesche in stile coloniale per poi fermarci in un dei molti centri
commerciali per l'immancabile shopping duty-free.
St. Lucia è la più sviluppata e popolosa delle Isole Sopravento,
nonostante ciò la zona centrale è sommersa da una foresta montuosa circondata da
piantagioni di banane, canna da zucchero, noci di cocco e mango.
Sulla costa si alternano villaggi di pescatori, abitazioni abbarbicate sulle
montagne e lussuosi resort.
Sbarcati a Castries, la capitale, al terminal del porto abbiamo concordato per
20U$ a testa un tour dell'isola che ci ha permesso di godere delle molteplici
bellezze naturali del luogo e di sfruttare l'intera giornata a disposizione.
Con un motoscafo veloce siamo scesi da Castries lungo la costa dirigendoci a
Sud, passando per Anse Marigot (baia prediletta da velisti ed artisti che hanno
trovato qui il loro rifugio ideale al riparo dagli uragani), il villaggio di
pescatori di Anse la Raye, fino a Soufrière, piccolo villaggio situato ai piedi
dei Pitons, i due coni vulcanici distintivi di St. Lucia.
Qui con un mini-van abbiamo percorso la stretta strada che conduce in cima alla
collina, tra la fitta vegetazione e gli alberi di mango, per raggiungere le
Solphur Spring, il giardino botanico di Morne Ensuite ed una splendida cascata
ai cui piedi sorge una piccola piscina naturale di acqua dolce, dove è possibile
rinfrescarsi durante le foto di rito sotto la cascata.
Ridiscesi a Soufrière, il motoscafo ci ha portati ai piedi dei Pitons per
lasciarci il piacere di fare alcune foto davvero mozzafiato, dove il verde della
vegetazione fitta che ormai ricopre i vulcani spenti si confonde con il blu
cobalto del mare, l'azzurro del cielo ed il bianco delle nuvole incombenti.
Risalendo la costa verso nord ci siamo fermati nella piccola Anse Chastanet:
una striscia di sabbia grigia che è la porta d'ingresso al miglior reef
dell'isola, ideale per snorkeling ed immersioni (proprio qui è situato il famoso
centro diving Scuba St.Lucia); dopo un pasto leggero al Trou au Diable, il
ristorante sulla spiaggia dell'Anse Chastanet Resort (lo splendido e
pluri-premiato resort nascosto nella vegetazione e con vista sulla baia) abbiamo
approfittato del tempo a disposizione rilassandoci sulle amache all'ombra delle
palme e nuotando nelle fresche acque della baia.
Rientrati a Castries abbiamo fatto l'immancabile giro al mercato coperto di
Jeremie Street, dove souvenir per turisti si alternano a spezie e prodotti
tipici locali: patate dolci e strane zucche, frutti dell'albero del pane e
banane, platani e mango, cestini intrecciati con le foglie di palma, piccoli
oggetti artigianali in legno, quadri, sigari, rum e zucchero di canna, tutto
esposto in grandi sacconi di juta o sulle rudimentali bancarelle.
Il giorno successivo l'abbiamo trascorso interamente in navigazione per tornare
ad Aruba, (dove abbiamo poi trascorso una settimana di soggiorno al Tamarijn
Aruba Resort - prima di tornare in Italia).
Ci siamo quindi dedicati alle attività proposte dal programma di intrattenimento
giornaliero della nave, ai bagni in piscina, al relax sul ponte solarium.
Ecco qualche informazione tecnica/pratica:
- Cabine: ovviamente le suite con balcone sono qualcosa di veramente esclusivo,
tuttavia anche le economiche cabine standard interne sono confortevoli, con un
piccolo salottino e ben arredate, e con possibilità di utilizzare tutto lo
spazio disponibile per riporre bagagli e vestiti. Il bagno è con doccia e gli
asciugamani vengono cambiati due volte al giorno. Anche i teli mare puliti per
la piscina vi verranno lasciati in camera.
- Ristorante Regency: qui vengono serviti i pasti principali à la carte,
colazione e pranzo in fasce orarie abbastanza ampie; la cena a turni (1° turno
ore 20.15, 2° turno 22.15). Il dress-code richiesto è casual/informale (a
colazione e pranzo sono ammessi bermuda per gli uomini ma non a cena, come non
sono ammesse canottiere e t-shirt e ciabatte da mare). Il menù è abbastanza
vario: ci sono dei punti fermi che sono ad esempio la pasta, le entrecote con
patate arrosto, il filetto di tonno alla griglia, poi ogni giorno ci sono piatti
nuovi, dagli antipasti ai dolci, con una buona possibilità di scelta, e nel caso
che qualcosa non sia di vostro gradimento provvedono a sostituirvelo e
prepararvi un altro piatto senza alcun problema. Le porzioni sono molto
abbondanti e nonostante ciò è anche possibile bissare qualche piatto a
richiesta. La carta dei vini è abbastanza varia, ma in questo ristorante il vino
in bottiglia è a pagamento, mentre le altre bevande (anche la birra) sono
incluse.
- Ristoranti a buffet: sono sui ponti panoramici, con una parte di posti al
coperto ed altri all'aperto; qui si può accedere anche in copricostume e
infradito, oppure t-shirt e pantaloncini. Sono aperti per colazione, pranzo e
cena ed anche per la merenda ad orari prestabiliti. Qui tutte le bevande al
bicchiere rientrano nell'all-inclusive (anche alcolici e superalcolici) e sono
quindi incluse nel trattamento.
- Bar interni: questi bar sono aperti dall'ora dell'aperitivo fino a notte
inoltrata e servono ogni tipo di bevanda analcolica ed alcolica (ed alcuni anche
snack), cocktail, e bevande calde. Anche qui bevande tutte incluse nel
trattamento.
- Cene a tema e di gala: per queste serate è gradito l'abito a tema, ma
ovviamente è sufficiente un accessorio, che è facilmente reperibile in vendita
nel negozio della nave; ad esempio per la serata hawaiana vendevano ghirlande o
bracciali di fiori finti o camicie hawaiane e parei a disegni floreali, oppure
per la serata Pirata vendevano finti uncini, spade, bandane piratesche ed altri
gadget; per le serate a tema colore è sufficiente indossare il colore richiesto,
invece per la serata di gala è richiesto un abbigliamento elegante. Soltanto in
questa serata ho visto uomini in camicia e giacca, mentre nelle altre serate
meno formali gli uomini erano in camicia a maniche lunghe e pantalone elegante,
così come in jeans e polo. Ovviamente le donne erano sempre le più eleganti in
qualsiasi occasione.
- Tessera magnetica personale: questa tessera servirà sia per aprire la porta
della vostra cabina sia per registrare il vostro sbarco e imbarco. Infatti
vengono monitorati a computer tutti i passeggeri scesi a terra per le
escursioni, nel caso che ritardino rispetto all'orario di reimbarco. Pertanto i
passeggeri ritardatari, se non ancora risaliti a bordo mezz'ora prima di
salpare, vengono richiamati da un altoparlante per tutta la nave ed nel terminal
portuale, ed invitati a procedere all'imbarco. Spesso infatti accade che chi
scende a terra si attardi con lo shopping nei molti negozi duty-free presenti
nei terminal dei porti. La tessera serve anche per caricare gli eventuali
acquisti fatti nei negozi della nave o per i trattamenti di bellezza nella spa.
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